Ultima seduta della scorsa ottava ancora complicata per Wall Street la quale continua a scivolare infastidita dai crescenti venti di guerra mediorientali.
In difficoltà anche gli altri indici con lo S&P500 che cede mezzo punto percentuale, il Dow Jones l’1,1% ed il Russell 2000 l’1,2%.
Tutti e tre gli indici principali cedono oltre il due per cento nella scorsa settimana, con lo S&P500 che entra in fase di correzione avendo superato il dieci per cento di ribasso (10,28%) rispetto ai massimi dell’anno del 27 luglio.
VIX in rialzo del tre per cento a quota a 21,3.
Sul mercato obbligazionario i rendimenti chiudono invariati sulla scadenza decennale governativa con il Tbond che cede dieci punti base al 4,85%.
Giornata euforica per la gran parte delle materie prime. Il petrolio petrolio si apprezza di due punti e mezzo percentuali salendo a 85,5 dollari al barile. Avanza con decisione anche il rame (+1,5%).
Avanzano anche i due principali metalli preziosi con l’oro che chiude in rialzo dell’uno per cento al di sopra della soglia psicologica dei 2.000 dollari l’oncia, mentre l’argento avanza di un punto e mezzo percentuale.
Sul mercato valutario, il dollaro perde lievemente terreno rispetto alla moneta unica scivolando a 1,056. Il biglietto verde torna al di sotto dei 150 nei confronti dello yen giapponese, ma mette a segno l’ennesimo record storico verso la lira turca che sprofonda a 28,15.7