MERCATI USA – Si chiude una settimana euforica

Wall Street termina l’ottava precedente con un ulteriore forte rimbalzo trascinata anche dal dato mediocre sull’occupazione interna nel mese di ottobre.

Quest’ultimo, aggiunto alle revisioni negative sui mesi precedenti, e alla decisione della Federal Reserve di metà settimana di interrompere la serie di rialzo dei tassi di interesse per la seconda seduta consecutiva,

ha messo le ali al mercato domestico convinto che la Banca Centrale sia prossima ad un cambio di politica monetaria da restrittiva a espansiva.

Il bilancio dell’ultima seduta ha visto brillare soprattutto il Russell 2000 (+2,7%) con il Nasdaq (+1,4%) che realizza solo la metà di quel progresso.

S&P500 (+0,9%) e Dow Jones (+0,7%) chiudono al di sotto dell’uno percento di guadagno con quest’ultimo appesantito dalle performance negative di Chevron e Caterpillar.

Nella settimana lo S&P500 ha guadagnato il 5,9%, il Nasdaq il 6,6% ed il Dow Jones il 5,1% i maggiori rialzi dallo scorso novembre. Le prime due sedute della settimana non hanno comunque evitato che i tre indici principali chiudessero il mese di ottobre in negativo, il terzo con segno rosso consecutivo.

VIX in ribasso per la quinta seduta consecutiva e di quasi il cinque per cento a quota a 14,9 punti.

Sul mercato obbligazionario i rendimenti proseguono il calo deciso dopo la riunione della Federal Reserve di mercoledì, accentuato dal peggioramento del mercato del lavoro domestico. Il Tbond scivola intraday fino al 4,48% e chiude in ribasso di nove punti base al 4,58%.

Giornata incerta invece per le materie prime con andamenti altalenanti.

Il petrolio teme il rischio di una prossima recessione più che le tensioni crescenti mediorientali e cede quasi il due per cento chiudendo al di sotto degli 81 dollari al barile.

Metalli preziosi invece più effervescenti spinti sia dal calo dei tassi di interesse che dalla debolezza del biglietto verde.

L’oro (+0,3%) realizza la performance più mediocre chiudendo di una inezia al di sotto della soglia psicologica dei 2.000 dollari al barile. Molto più brillanti sia l’argento (+2,3%) che platino e palladio, questi ultimi in progresso dell’uno per cento.

Sul mercato valutario, il dollaro cede oltre un’intera figura scivolando fino a 1,073 nei confronti dell’euro e mette a segno la peggior settimana dallo scorso luglio.

La divisa americana si indebolisce anche nei confronti dello yen giapponese (149,5) e del rublo russo (92,5), mentre mantiene sotto pressione la lira turca (28,4).