Avvio cauto per le principali borse europee mentre tornano i dubbi sulla fine della stretta monetaria.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,2% a 28.635 punti, sopra la parità come il Ftse 100 di Londra (+0,1%) e l’Ibex35 di Madrid (+0,2%), mentre flettono il Cac 40 di Parigi (-0,1%) e il Dax di Francoforte (-0,1%).
Il sentiment è appesantito dai nuovi dubbi sulla conclusione, nei prossimi mesi, della politica restrittiva da parte della Federal Reserve.
Il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha intanto affermato che è troppo presto per dichiarare vittoria sull’inflazione, nonostante i segnali positivi di un allentamento della pressione sui prezzi. Nuove indicazioni potrebbero arrivare nei prossimi giorni dagli interventi di Jerome Powell e di una serie di altri funzionari della banca centrale americana.
Sempre in tema politica monetaria, l’istituto australiano ha aumentato, in linea con le attese, il tasso di riferimento di 25 punti base al 4,35% dopo averlo lasciato al 4,1% nelle ultime quattro riunioni. I funzionari prevedono un aumento del rischio che l’inflazione rimanga elevata più a lungo, aggiungendo che prenderanno in considerazione ulteriori dati per determinare se sia necessario un ulteriore inasprimento.
Sul fronte macroeconomico, pesano i dati cinesi con un calo delle esportazioni a ottobre del 6,4% a fronte di un -3,5% del consensus e del precedente -6,2%, segnalando la fragile ripresa economica del Paese asiatico. Le importazioni sono invece aumentate del 3% rispetto a un -5% stimato, dopo il precedente -6,3% (rivisto da -6,2%).
In Germania, invece, a settembre la produzione industriale è calata dell’1,4% su base mensile, rispetto al -0,1% del consensus e del mese precedente (rivisto da -0,2%). Su base annua, il dato, corretto dagli effetti di calendario, ha registrato una contrazione del 3,7%, a fronte del -2,7% delle attese e del -1,9% di luglio (rivisto da -2,0%).
Attesi in giornata i dati sui prezzi alla produzione dell’Eurozona di settembre e, dagli Usa, la bilancia commerciale di settembre.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,07 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 150,4. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1,5%) a 83,9 dollari e il Wti (-1,5%) a 79,6 dollari al barile.
Tornando a Piazza Affari, bene in avvio Nexi (+3,5%), CNH (+3,1%), che ha annunciato l’avvio del delisting da Piazza Affari per rimanere quotata solo al Nyse, Diasorin (+1,1%) e Interpump (+1%). Arretrano Tenaris (-2,2%), Saipem (-1,6%), Eni ed ERG (-1,1%).