Recordati ha registrato ricavi netti consolidati nei primi nove mesi 2023 pari a 1,56 miliardi (+13%; +13,8% a perimetro omogeneo e a cambi costanti) “sostenuti dall’eccellente performance di tutte le aree di business, con Specialty & Primary Care e Rare Diseases che continuano a registrare una crescita organica a doppia cifra (a cambi costanti)”, spiega la società.
Questi risultati sono stati ottenuti nonostante il forte effetto avverso dei cambi negli ultimi mesi, con un impatto negativo nei primi nove mesi di 59,6 milioni (-4,3%), prevalentemente sul settore Specialty and Primary Care.
L’EBITDA si è attestato a 595,6 milioni, in aumento del 15,4% e con un’incidenza sui ricavi del 38,3% (37,5% nei primi nove mesi 2022).
L’utile operativo rettificato è stato pari a 491,6 milioni, in crescita del 16%, con un’incidenza sui ricavi del 31,6%, “riflettendo la performance robusta dei ricavi e la continua e forte disciplina sui costi e le iniziative di efficientamento, che hanno compensato l’impatto dell’inflazione, gli investimenti a sostegno dei nuovi franchises e i maggiori oneri di ammortamento”, aggiunge la società.
L’utile operativo è stato pari a 438,8 milioni, in aumento del 23,3%, “riflettendo l’impatto a livello di margine lordo dei costi derivanti dalla rivalutazione al fair value del magazzino prodotti oncologici rari acquisito di 47,5 milioni (35,6 milioni nel 2022) e dei costi non ricorrenti per 5,4 milioni, significativamente più bassi rispetto ai livelli del 2022, principalmente derivanti dalle operazioni di efficientamento nell’ambito dell’area di vendita del settore Specialty & Primary Care”.
Il periodo si è chiuso con un utile netto rettificato di 406,6 milioni, in progresso del 14,2%, con un’incidenza sui ricavi del 26,1%.
L’utile netto è stato pari a 304,5 milioni, in aumento del 26,1%, con un’incidenza sui ricavi del 19,6%, con una dinamica che riflette “i forti risultati operativi e la riduzione dei costi non ricorrenti, assorbendo nel terzo trimestre un aggiustamento dei costi non monetari derivanti dalla rivalutazione al fair value del magazzino prodotti oncologici rari acquisito dovuto alle maggiori vendite”.
La posizione finanziaria netta ha registrato un debito netto di 1,5 miliardi rispetto a 1,42 miliardi al 31 dicembre 2022. Nel terzo trimestre, è stato effettuato un pagamento up-front di 245 milioni per il nuovo accordo di vendita e distribuzione con GSK per la commercializzazione di Avodart e Combodart/Duodart e sono stati pagati 70 milioni a Tolmar International a seguito dell’approvazione della variazione per il nuovo dispositivo per la somministrazione di Eligard; inoltre, sono stati pagati precedentemente nell’anno 20 milioni di dollari di milestone residue per Isturisa a Novartis e dividendi per 129,1 milioni.
La società stima risultati 2023 all’estremità superiore della guidance per l’anno rivista al rialzo e pubblicata l’11 maggio, che prevedeva ricavi compresi tra 2,05 e 2,09 miliardi, EBITDA tra 750 e 770 milioni e un utile netto rettificato tra 490 e 500 milioni.
“Alla luce della forte crescita organica, unita al contributo previsto di Avodart e Combodart/Duodart”, il gruppo è proiettato a superare gli obiettivi al 2025 fissati a febbraio, con l’aspettativa che l’attuale portafoglio possa generare ricavi superiori a 2,4 miliardi nell’esercizio 2025, mantenendo un margine EBITDA del +/- 37%. “I principali elementi della strategia del Gruppo rimangono invariati, unendo alla crescita organica operazioni mirate di M&A e Business Development”.
Il CdA ha deliberato un acconto sul dividendo relativo all’esercizio 2023 pari a 0,57 euro per azione, che sarà pagato a decorrere dal 22 novembre, con stacco cedola il 20 novembre.