Mei primi 9 mesi 2023 il margine di interesse si attesta a 2.421,6 milioni in crescita del 52,3% rispetto al dato dei primi nove mesi del 2022, una dinamica attribuibile principalmente all’incremento dello spread commerciale, conseguente al rialzo dei tassi di interesse, e al limitato impatto sul costo dei depositi che hanno più che compensato il venir meno dei benefici relativi alla remunerazione dei finanziamenti TLTRO.
Il risultato delle società partecipate valutate con il metodo del patrimonio netto si attesta a 94,7 milioni vs 97,6 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio. L’apporto principale alla voce in esame è stato fornito dal credito al consumo veicolato dalla quota
partecipativa detenuta in Agos Ducato, pari a 59,0 milioni, rispetto a 79,8 milioni dei primi nove mesi del 2022, nonché dal contributo della collegata Anima Holding, pari a 18,8 milioni (28,5 milioni al 30 settembre 2022, che però includeva anche il risultato economico conseguito dalla partecipata nell’ultimo trimestre 2021, pari a 11,8 milioni).
Le commissioni nette diminuiscono del 2,2% a/a a 1.408,2 milioni. Il comparto dei servizi di gestione, intermediazione e consulenza evidenzia una contrazione del 5,1%, riferibile principalmente al collocamento di fondi e sicav, parzialmente compensata dalla crescita delle commissioni relative al collocamento di certificates e ai servizi di custodia. Il comparto dei servizi di banca commerciale evidenzia una crescita dello 0,5% grazie al contributo dei servizi di pagamento (+41,2 milioni), nonostante i maggiori oneri connessi alle operazioni di cartolarizzazione sintetica (-24,7 milioni) e alla revisione delle condizioni applicate alla clientela per la tenuta dei conti correnti e per la gestione della liquidità (con un impatto negativo di -30 milioni rispetto al 30 settembre 2022).
Il risultato netto finanziario è negativo per -65,3 milioni e si confronta con il dato positivo di 251,9 milioni registrato al 30 settembre 2022.
La differente contribuzione è giustificata dal minor apporto degli utili da cessione di titoli (-26,2 milioni), dal maggior costo della raccolta tramite certificates conseguente al rialzo dei tassi (-188,2 milioni vs -37,8 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio), dall’impatto CVA/DVA34 (-49,6 milioni) e dal diverso apporto dell’attività di negoziazione. Dinamiche che hanno trovato parziale compensazione nel minor risultato negativo derivante dalla valutazione della partecipazione Nexi (-2,5 milioni al 30 settembre 2023 vs -73,1 milioni al 30 settembre 2022) e nelle variazioni di fair value delle altre attività finanziarie (+76,8 milioni rispetto al 30 settembre 2022).
Il totale dei proventi operativi ammonta a 3.944,6 milioni, in crescita rispetto a 3.440,7 milioni registrati nel corrispondente periodo dello scorso esercizio (+14,6%).
Le spese per il personale, pari a 1.210,4 milioni, risultano stabili a 1.210,5 milioni
del corrispondente periodo dello scorso esercizio.
Al 30 settembre 2023 il numero totale dei dipendenti è pari a 19.953 risorse (di cui 143 afferenti le compagnie assicurative), rispetto alle 20.157 risorse in organico al 31 dicembre 2022 (di cui 143 afferenti le compagnie assicurative).
Il totale degli oneri operativi risulta pari a 1.910,0 milioni, con un incremento dell’1,4% a/a; senza considerare l’apporto delle imprese di assicurazione la variazione risulta limitata al +0,8%.
Il risultato della gestione operativa è pari a 2.034,5 milioni in crescita del 30,7% a/a.
Le rettifiche nette su finanziamenti verso clientela del periodo, pari a € 383,6 milioni, evidenziano un calo del 22,9% su base annua.
Al 30 settembre 2023 il costo del credito, misurato dal rapporto tra le rettifiche nette di valore su crediti e gli impieghi netti, risulta pari a 47 p.b. annualizzati, che rappresenta il livello più basso registrato dalla nascita del Gruppo Banco BPM.
Il risultato netto dell’operatività corrente è pari a 1.093,1 milioni, in crescita del 67,1% a/a.
Considerata la quota del risultato economico attribuibile ai soci terzi, i primi nove mesi del 2023 si chiudono con un utile netto pari a 943,4 milioni (€ 487,4 milioni nel corrispondente periodo del 2022, +93,6%).
Da lato patrimoniale, gli impieghi netti a clientela assommano a 108,0 miliardi (-1,3% rispetto al 31 dicembre 2022, di cui crediti in bonis -1,0% e crediti deteriorati -16,3%).
La raccolta diretta da clientela è pari a 124,5 miliardi (+0,8% rispetto a fine
dicembre 2022); la raccolta “core” è pari a 100,5 miliardi. La raccolta indiretta da clientela è pari a 100,0 miliardi (+9,5% rispetto al 31 dicembre 2022), di cui: risparmio gestito 60,3 miliardi e risparmio amministrato 39,7 miliardi.
Il CET 1 ratio “stated” è pari al 14,3% (12,8% al 31 dicembre 2022) e l’MDA buffer su TCR “stated” 559 p.b.
Dal lato della qualità del credito, lo Stock crediti deteriorati netti pari a 1,97 miliardi, in calo del 16,3% rispetto a fine anno 2022. Il grado di copertura delle sofferenze è pari al 58,7% (62,7% al 30 settembre 2022); considerando anche i writeoff, la copertura risulta pari al 67,8% e quello del totale crediti deteriorati è al 49,3% (49,4% al 30 settembre 2022); considerando anche i write-off, la copertura risulta pari al 54,7%
Il profilo di liquidità evidenzia: Liquidità a 40,4 miliardi (cassa + attivi liberi); TLTRO III a 16,7 miliardi; LCR 160% e NSFR 127%.