Mercati asiatici – Listini ancora deboli

Seduta prevalentemente in calo per i principali listini asiatici dopo la chiusura positiva di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen scambiano rispettivamente a -0,2% e +0,1%. Giù Hong Kong che cede lo 0,6% e il Giappone con Nikkei a -0,3% e Topix a -1,2%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha chiuso a +0,9%, lo S&P500 a +0,3% e il Dow Jones a +0,2%.

L’attenzione degli investitori è rivolta ai discorsi dei funzionari della Federal Reserve questa settimana, tra cui il presidente Jerome Powell e il presidente della Fed di New York John Williams.

Nel frattempo, il presidente della Fed Bank di Minneapolis, Neel Kashkari, ha affermato che i politici devono ancora vincere la lotta contro l’inflazione e prenderanno in considerazione un ulteriore inasprimento, se necessario. Il suo omologo di Chicago, Austan Goolsbee, ha detto che i funzionari non vogliono “pre-impegnare” le decisioni sui tassi.

Molti dei politici più aggressivi della banca centrale americana hanno segnalato che l’inasprimento cumulativo delle condizioni finanziarie da luglio – con i rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni in rialzo di oltre 100 punti base – potrebbe avere un effetto frenante sull’economia, anche se vogliono più tempo per vedere se durerà. Il governatore della Fed Christopher Waller ha definito l’impennata dei rendimenti un “terremoto” per il mercato obbligazionario.

Focus anche sulle prospettive di un miglioramento delle relazioni tra Cina e Stati Uniti dagli incontri della prossima settimana a margine del vertice del Pacifico.

Sul fronte macro giovedì si aspetta il dato sull’inflazione cinese di ottobre e i verbali dell’ultima riunione della Banca del Giappone.

Intanto, dall’agenda macro, a settembre il Leading Index (preliminare) del Giappone si è attestato a 108,7 punti, al di sotto dei 109,2 punti di agosto e dei 108,8 del consensus.

Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,068 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 150,7. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,2%) a 81,7 dollari e il Wti (flat) a 77,4 dollari al barile.