Il Gruppo Iren chiude i primi nove mesi 2023 con ricavi consolidati per 4.626,2 milioni in diminuzione del 18% rispetto ai 5.643,6 milioni del pari periodo 2022.
I principali fattori di contrazione del fatturato sono riferibili ai ricavi energetici, influenzati per oltre 660 milioni dalla riduzione dei prezzi delle commodities e per circa 490 milioni alla riduzione dei volumi per l’effetto climatico, con un inverno molto mite, e per la riduzione della domanda energetica. Contribuiscono invece positivamente alla variazione del fatturato le attività di efficientamento energetico quali le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni degli edifici, favorite dalle agevolazioni fiscali (+90 milioni circa).
Le variazioni di perimetro incidono sui ricavi per circa 165 milioni e sono riferibili al consolidamento di Valle Dora Energia (da giugno 2022), SEI Toscana (da luglio 2022) e Acqua Enna (da giugno 2023).
L’EBITDA sale del 13% a 857 milioni. L’incremento è principalmente determinato dal recupero della marginalità della BU Mercato, dalla crescita organica dei business regolati (+20 milioni) e dall’integrazione delle società acquisite (+20 milioni) in un contesto caratterizzato da maggiori costi per effetto dell’inflazione, minor contributo dal teleriscaldamento e dalla vendita di energia sul mercato dei servizi di dispacciamento (MSD).
L’EBIT è sostanzialmente stabile a 325 milioni (+1%), in quanto risente dei maggiori accantonamenti al fondo rischi per 41 milioni relativi al Decreto Legge Sostegni ter riguardante il “price cap” sui prezzi dell’energia elettrica generata da fonti rinnovabili, di cui 14 milioni riferiti al 2022 e 27 milioni riguardanti il 2023.
L’Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti migliora del 26% a 177 milioni.
Dal lato patrimoniale, l’Indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2023 cifra in 3.930 milioni, in aumento rispetto a 3.347 milioni di fine 2022, per effetto prevalentemente degli investimenti realizzati nel periodo e dell’incremento temporaneo del capitale circolante, e sostanzialmente in linea al valore al 30 giugno 2023 (+10 mln).
Gli investimenti lordi realizzati nel periodo ammontano a 831 milioni, in calo del 22,6% rispetto ai 1.073,3 milioni dello stesso periodo del 2022, di cui 548 milioni di investimenti tecnici (-2%), 50 milioni di investimenti relativi ad operazioni M&A (consolidamento di Acquaenna e Amter nel settore idrico, Limes 20 nel settore delle rinnovabili ed altre minori) e 233 milioni inerenti progetti di efficientamento energetico (+18%). Nel primo semestre 2022 era stata finalizzata l’acquisizione dei parchi fotovoltaici di Puglia Holding (181 mln).
Il Gruppo prevede sul 2023 investimenti pari a circa 1,3 miliardi di euro destinati principalmente allo sviluppo degli asset in particolare nelle reti, nel settore ambiente ed in quello della generazione rinnovabile. Forte di tale capacità di sviluppo, i risultati economici sono previsti in significativa crescita rispetto a quelli del 2022 grazie ad un recupero del pieno valore del portafoglio clienti, alla stabilizzazione dei prezzi energetici, al recupero delle produzioni idroelettriche e alla piena disponibilità del nostro parco di generazione elettrica.