Partenza cauta per le principali borse europee in attesa di nuove indicazioni dalla Federal Reserve e dall’agenda macroeconomica.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,08% a 28.455 punti, sopra la parità come l’Ibex35 di Madrid (+0,2%), mentre in flessione Cac 40 di Parigi (-0,06%), Dax di Francoforte (-0,08%) e Ftse 100 di Londra (-0,4%).
Restano monitorate le indicazioni provenienti dall’agenda macroeconomica con un indice dei prezzi al consumo cinese di ottobre calato leggermente più delle attese a -0,2% a/a (stima -0,1%) dopo la precedente lettura flat, alimentando i timori di deflazione per il Paese asiatico e sottolineando le difficoltà del governo nel sostenere la crescita attraverso la domanda interna.
Attesi nel pomeriggio dagli Stati Uniti i dati sulle richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione, mentre domani sarà la volta, tra gli altri, della lettura preliminare del PIL 3Q 2023 del Regno Unito, della produzione industriale italiana di settembre e del sentiment dell’Università del Michigan di novembre (preliminare).
Sale intanto l’attesa per l’intervento odierno del presidente della Fed Jerome Powell che ieri si è astenuto dall’esprimere commenti sulle prospettive di politica monetaria e sull’economia.
Oggi focus anche sulla riunione dell’Ecofin a cui partecipa anche de Guindos (Bce), oltre che sugli interventi di alcuni esponenti della Bce, tra cui quello della presidente Lagarde.
Sullo sfondo continuano a pesare le tensioni in Medio Oriente dove, secondo le ultime notizie, è di almeno 30 palestinesi uccisi e decine di feriti il bilancio dei raid israeliani di ieri sul campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,071 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 150,9. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,7%) a 80,1 dollari e il Wti (+0,7%) a 75,8 dollari al barile.
Tornando a Piazza Affari, bene in avvio soprattutto Nexi (+6,8%) e Bper (+3,1%) dopo i conti, seguite da Banco Bpm (+1,3%) e Recordati (+0,4%). Arretrano invece in particolare Leonardo (-1,2%), Hera e Prysmian (-0,8%) ed Eni (-0,7%).