Gli eurolistini chiudono misti, mentre Wall Street procede sottotono, con l’attenzione rivolta in particolare all’agenda macroeconomica.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 29.258 punti (-0,7%), in calo come il Ftse 100 di Londra (-1,0%) e il CAC 40 di Parigi (-0,6%). Chiudono sopra la pari l’Ibex 35 di Madrid (+0,4%) e il DAX di Francoforte (+0,2%).
Oltreoceano, il Nasdaq e il Dow Jones cedono lo 0,4%, lo S&P 500 lo 0,3%.
Gli ultimi dati macroeconomici hanno sottolineato un graduale raffreddamento dell’economia statunitense e rafforzato l’aspettativa secondo cui la Federal Reserve abbia concluso il suo ciclo di strette monetarie, in un contesto già di rallentamento dell’inflazione.
Le richieste settimanali di disoccupazione negli Stati Uniti sono infatti aumentate, oltre le attese a 231mila unità, ai massimi degli ultimi due anni, sottolineando le crescenti sfide che i disoccupati devono affrontare nel trovare nuovi posti di lavoro.
La produzione industriale di ottobre è scesa più delle attese a -0,6% m/m, riflettendo in gran parte una contrazione dell’attività legata agli scioperi presso le case automobilistiche e i fornitori di componenti.
La presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, ha affermato che, sebbene l’inflazione si sia raffreddata, ci vorrà del tempo prima che ritorni completamente all’obiettivo del 2%, aggiungendo che ci sono molte incertezze sulle prospettive economiche.
Nel Vecchio Continente, Christine Lagarde, nel ruolo di presidente dello European Systemic Risk Board, ha affermato che “ad oggi il sistema finanziario dell’Europa ha evitato lo scenario peggiore di gravi rischi sistemici che si materializzassero contemporaneamente. Ma i policy maker devono restare proattivi e attenti ai rischi sulla stabilità finanziaria”.
Dall’agenda macroeconomica europea, a settembre la bilancia commerciale italiana ha evidenziato un surplus di 2,346 miliardi, in aumento rispetto ad agosto (1,951 mld).
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,085, mentre il dollaro/yen scende a 150,5. Tra le materie prime, in forte calo le quotazioni del greggio, con il Brent (-4,0%) a 77,9 dollari e il Wti (-4,3%) a 73,3 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende a 173 punti, con il rendimento del decennale italiano al 4,35%.
Tornando a Piazza Affari, guidano A2a (+2,6%), Hera (+1,4%), Erg (+1,4%), Enel (+0,9%). Arretrano in particolare Saipem (-4,4%), Tenaris (-4,0%), Diasorin (-3,4%), Bper Banca (-2,8%).