Mercati asiatici – Prevalgono gli acquisti guidati da Hong Kong

Seduta prevalentemente in denaro per i principali listini asiatici dopo la chiusura poco mossa di venerdì a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen scambiano in rialzo rispettivamente dello 0,4% e dello 0,6%, mentre Hong Kong avanza dell’1,5%. Male il Giappone con Nikkei a -0,6% e Topix a -0,8%.

Oltreoceano, Dow Jones ha chiuso invariato, Nasdaq e S&P500 in rialzo di un decimo di punto percentuale.

La Banca popolare cinese ha aumentato il suo tasso di riferimento giornaliero per la valuta al massimo da agosto. Lunedì gli istituti di credito commerciali della nazione hanno mantenuto invariati i tassi di prestito di riferimento, in linea con la decisione della banca centrale di questo mese di mantenere i tassi ufficiali a favore di altri mezzi per sostenere gli stimoli alla spesa.

Sempre sul fronte delle banche centrali, crescono le speculazioni secondo cui la Federal Reserve si sta avvicinando alla fine del suo ciclo di stretta monetaria.

I commenti accomodanti di alcuni funzionari della Fed della scorsa settimana hanno rafforzato le scommesse che la banca centrale abbia finito con i suoi aumenti dei tassi di interesse.

I trader stanno attualmente scontando una probabilità del 30% circa di un primo taglio dei tassi della Fed a marzo, dopo che il vicepresidente per la supervisione Michael Barr ha detto venerdì che i funzionari sono probabilmente alla fine o quasi alla fine della loro campagna di inasprimento. Tuttavia, la presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha affermato che i politici non sono certi che l’inflazione sia sulla buona strada per raggiungere il loro obiettivo del 2%.

Nel Vecchio Continente, alcuni funzionari della Banca Centrale Europea parleranno oggi e potrebbero fornire indicazioni sul ciclo di rialzo dei tassi nell’area euro.

Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,092 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 149,1. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,9%) a 81,3 dollari e il Wti (+0,9%) a 76,7 dollari al barile, in scia alle aspettative secondo cui l’Opec e i suoi alleati stanno considerando ulteriori tagli alla produzione.