Eni Rewind accoglie positivamente la visita del neo Commissario straordinario per la bonifica del sito d’interesse nazionale di Crotone-Cassano e Cerchiara.
Per la bonifica dell’ex sito industriale di Crotone Eni Rewind ha speso finora oltre 200 milioni, a cui si aggiungono circa 70 milioni versati a seguito del giudizio per il risarcimento del danno ambientale promosso dal Ministero dell’Ambiente e destinati a finanziare gli interventi ambientali nella limitrofa area archeologica.
Il sito industriale di Crotone è stato avviato negli anni ‘30 con le produzioni di Pertusola (zinco e metalli) e del Gruppo Montecatini (fertilizzanti e detergenti). Negli anni ’90 è confluito in Eni, allora Ente di Stato, per decreto-legge e a seguito dell’operazione Enimont. Enichem, dopo aver gestito la fermata e la demolizione degli impianti produttivi, ha avviato gli interventi di messa in sicurezza e bonifica del sito, a iniziare dalla realizzazione di una barriera idraulica dotata di 54 pozzi di emungimento che garantisce il contenimento della contaminazione entro il perimetro del sito e la sua progressiva asportazione.
Per la bonifica dei suoli, dal 2008 Eni Rewind ha presentato diversi progetti d’intervento per le due ex discariche a mare e nel 2017 ha riformulato il progetto in due fasi: il POB (Progetto Operativo di Bonifica) Fase 1 e Fase 2.
La Fase 1 è stata autorizzata con decreto del Ministero dell’Ambiente nel maggio del 2019; la realizzazione della scogliera a mare a protezione delle aree interessate dalle future attività di scavo della Fase 2 è stata completata nel settembre 2021, con una spesa di circa 6 milioni.
La Fase 2, autorizzata nel marzo 2020, prevede la rimozione delle due discariche storiche fronte mare e il completamento degli interventi nelle aree interne dello stabilimento, prevalentemente con scavo e smaltimento in discariche esterne dei materiali prodotti dalle attività di bonifica.
La stima dei rifiuti da bonifica prodotti dagli scavi previsti dal POB Fase 2 è di circa 1 milione di tonnellate, composto da: circa 360.000 tonnellate di rifiuti pericolosi (per la presenza di metalli quali zinco, cadmio e arsenico – smaltibili solo in due discariche in Italia, una a Crotone e l’altra a Torino, con una capacità residua limitata pari a circa 200mila di tonnellate); circa 50.000 tonnellate contenenti TENORM, ricevibili solo dalla discarica di Crotone; oltre 100.000 tonnellate contenenti sia TENORM che amianto, per i quali non esistono discariche autorizzate in Italia; circa 500.000 tonnellate di rifiuti non pericolosi, smaltibili in discariche operative in altre regioni, prevalentemente al centro Nord, con un impatto elevato in termini di trasporto e di sostenibilità dell’intervento secondo i criteri del Testo Unico Ambientale.
La carenza di discariche disponibili a ricevere i rifiuti da bonifica è stata chiarita e documentata da Eni Rewind sin dal 2017, nel corso delle Conferenze di Servizio per la Fase 2 e successivamente più volte reiterata in incontri e lettere agli Enti Locali e Centrali. Ciò nonostante, il Decreto del Progetto Fase 2 ha recepito la prescrizione del PAUR (Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale) del 2019 che impone il veto all’utilizzo di discariche in Calabria.
Anche la proposta di variante presentata a ottobre 2022 da Eni Rewind, che prevedeva di realizzare all’interno del sito di Crotone una discarica ad hoc per gestire i materiali che contengono sia TENORM che amianto (per cui non esistono discariche in Italia), è stata ritenuta non procedibile dal Ministero per il parere negativo degli Enti Locali.
La situazione in Europa è analoga, per carenza strutturale di discariche idonee a ricevere queste tipologie di rifiuti.
Al fine di superare questo stallo, Eni Rewind si è resa disponibile anche a finanziare e realizzare una discarica in altre aree della Calabria, eventualmente anche con una capacità maggiore, da destinare a interventi ambientali di interesse pubblico regionale.