Seduta debole per i principali listini asiatici dopo la chiusura in ripresa di Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,6 e lo 0,8%, fa peggio Hong Kong che lascia sul terreno il 2,5%, gravato dalle perdite di alcune aziende tecnologiche. Sottotono anche il Giappone con Nikkei a -0,3% e Topix a -0,5%.
Oltreoceano, lo S&P500 ha guadagnato un decimo di punto percentuale, il Dow Jones due ed il Nasdaq tre.
Crescono le aspettative che la Federal Reserve abbia finito con l’inasprimento della politica monetaria e possa iniziare a tagliare i tassi di interesse il prossimo anno.
Gli operatori prevedono tagli dei tassi di oltre 100 punti base entro la fine del 2024, dopo che il governatore Christopher Waller ha affermato che la banca è ben posizionata per spingere l’inflazione verso un obiettivo del 2%.
Tornando in Asia-Pacifico, in Australia il raffreddamento dell’inflazione ha rafforzato le ragioni secondo cui la banca centrale locale possa riprendere a sospendere i tassi di interesse la prossima settimana.
Le nuove previsioni sui tassi di politica monetaria della Reserve Bank of New Zealand mostrano un percorso leggermente più alto per il 2024, il che implica una possibilità di aumento e nessuna riduzione fino alla metà del 2025. Mercoledì la banca centrale ha mantenuto i tassi di interesse invariati per la quarta riunione consecutiva.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,099 e il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 147,3. Tra le materie prime, petrolio in frazionale poco mosso con il Brent (+0,05%) a 81,5 dollari e il Wti (+0,1%) a 76,5 dollari.