Avvio perlopiù positivo per le principali borse europee tra le crescenti aspettative che la Federal Reserve abbia concluso il suo ciclo di strette monetarie e possa iniziare a tagliare i tassi di interesse il prossimo anno.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,2% a 29.440 punti, in cauto rialzo come l’Ibex35 di Madrid (+0,4%), il Dax di Francoforte (+0,3%) e il Cac 40 di Parigi (+0,1%). Debole invece il Ftse 100 di Londra (-0,4%).
Gli investitori scontano tagli al costo del denaro per oltre 100 punti base entro la fine del 2024 dopo che il governatore Christopher Waller, uno dei funzionari più hawkish, ha affermato che la Fed è ben posizionata per portare l’inflazione verso un obiettivo del 2%.
Pur riconoscendo la presenza di molte incertezze, la collega Michelle Bowman si è astenuta dall’annunciare un imminente aumento dei tassi.
Sempre in tema banche centrali, la Reserve Bank della Nuova Zelanda ha lasciato invariato il tasso ufficiale al 5,5%, avvisando tuttavia che il costo del denaro potrebbero salire per contrastare l’inflazione, implicando quindi nessuna riduzione fino alla metà del 2025.
In Australia il raffreddamento dell’inflazione ha rafforzato le aspettative che la banca centrale potrà sospendere il rialzo dei tassi di interesse nella riunione della prossima settimana.
Dall’agenda macroeconomica odierna, occhi in Italia su Fiducia consumatori di novembre e Prezzi alla produzione di ottobre, nell’Eurozona sulla Fiducia consumatori di novembre finale. Nel pomeriggio, focus negli Usa su Richieste mutui MBA, Scorte all’ingrosso di ottobre preliminare, PIL annualizzato 3Q23, seconda lettura preliminare, e in Germania su Prezzi al consumo di novembre preliminare.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,098 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 147,3. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,1%) a 81,5 dollari e il Wti (+0,2%) a 76,5 dollari al barile.
Tornando a Piazza Affari, bene in avvio Saipem (+2,7%) che si è aggiudicata due contratti offshore, in Guyana e in Brasile, del valore di circa 1,9 miliardi di dollari. Seguono Inwit (+2,2%) e MPS (+1,2%). In coda invece Campari (-1,9%), Telecom Italia (-1,1%) e Diasorin (-0,5%).