Le borse europee chiudono perlopiù positive, mentre Wall Street procede mista, con l’attenzione rivolta in particolare all’agenda macroeconomica.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 29.737 punti (+0,2%), in denaro come il CAC 40 di Parigi (+0,6%), il Ftse 100 di Londra (+0,4%), il DAX di Francoforte (+0,3%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%).
Oltreoceano, il Dow Jones guadagna lo 0,8%, lo S&P 500 scambia appena sotto la parità (-0,2%), il Nasdaq cede lo 0,8%.
Agenda macroeconomica ricca di spunti sull’inflazione negli Stati Uniti e in Europa: ad ottobre il deflatore PCE, una delle misure inflattive Usa maggiormente monitorate dalla Fed, ha registrato un incremento del 3,0% su base annua, rallentando oltre le attese (+3,1%) rispetto al +3,4% di settembre; variazione nulla su base mensile, rispetto al +0,1% del consensus e dopo il +0,4% del mese precedente.
Nel Vecchio Continente, a novembre i prezzi al consumo nell’Eurozona hanno registrato un calo dello 0,5% su base mensile (dato preliminare), rispetto al -0,2% delle attese e dopo il +0,1% di ottobre. Su base annua il dato ha riportato un +2,4%, rallentando oltre le attese (+2,7%) rispetto al +2,9% del mese precedente.
In Italia, a novembre l’indice preliminare armonizzato UE dei prezzi al consumo ha registrato un progresso dello 0,7% su base annua, in rallentamento rispetto a ottobre (+1,8%), a fronte del +1,1% atteso. Su base mensile, il dato ha evidenziato un calo dello 0,4%, rispetto al -0,1% del consensus e dopo il +0,1% del mese precedente (rivisto da +0,2%).
Dati incoraggianti anche in Francia con un indice dei prezzi al consumo preliminare che ha registrato un calo dello 0,2% su base mensile, rispetto al +0,1% delle attese e del mese precedente. Anno su anno il dato ha registrato un incremento del 3,4%, in rallentamento oltre le attese (+3,7%) rispetto a ottobre (+4,0%).
Sul Forex, l’euro/dollaro scende in area 1,091, mentre il dollaro/yen sale a 147,9. Tra le materie prime, in calo le quotazioni del greggio, con il Brent (-2,8%) a 80,6 dollari e il Wti (-2,9%) a 75,6 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale a 177 punti, con il rendimento del decennale italiano al 4,23%.
Tornando a Piazza Affari, il titolo di Intesa Sanpaolo chiude sostanzialmente invariato (-0,2%) dopo la notizia che L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha impedito il trasferimento di circa 300.000 correntisti dalla banca a Isybank poiché il processo non rispettava le disposizioni del Codice del Consumo. Il provvedimento cautelare è stato adottato per affrontare le irregolarità.
Guidano il Ftse MIB Saipem (+3,4%), Tenaris (+2,7%), Snam (+1,4%), TIM (+1,2%), mentre chiudono in coda Ferrari (-1,4%), Unicredit (-1,3%), Bper Banca (-0,8%), Leonardo (-0,4%).