Prevista partenza sopra la parità per le principali borse europee, tra le crescenti aspettative che la Federal Reserve abbia concluso il suo ciclo di strette monetarie e possa iniziare a tagliare i tassi di interesse il prossimo anno.
Chiusura ieri poco mossa a Wall Street con il Dow Jones che ha terminato invariato, lo S&P500 ha ceduto un decimo di punto percentuale e il Nasdaq due.
Sui mercati asiatici, Tokyo ha terminato a +0,4%. Hong Kong e Shanghai guadagnano entrambi lo 0,3%.
Il sentiment si divide tra l’aspettativa che la Fed taglierà i tassi di interesse il prossimo anno e i deboli dati cinesi che hanno alimentato le speranze di un maggiore sostegno da parte delle autorità di Pechino.
I recenti interventi dei funzionari della banca centrale americana hanno complessivamente indicato che la Fed potrebbe aver terminato il proprio ciclo di strette monetarie.
Il Beige Book statunitense, ovvero il documento che sarà alla base della prossima riunione di politica monetaria, ha rilevato che la crescita economica negli Stati Uniti ha rallentato, tra ottobre e la metà di novembre, rispetto al periodo precedente, aggiungendo che “le prospettive economiche per i prossimi sei-dodici mesi sono diminuite nel periodo di riferimento”.
Riguardo all’inflazione, prosegue il documento, “gli aumenti dei prezzi si sono in gran parte attenuati in tutti i Distretti, anche se i prezzi sono rimasti elevati”, sottolineando che “la maggior parte dei Distretti prevede che gli aumenti moderati dei prezzi continueranno anche l’anno prossimo”.
Ricordiamo che ieri l’OCSE ha pubblicato l’outlook economico dal quale emerge che “in assenza di nuovi importanti shock legati ai prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia, l’inflazione globale dovrebbe ritornare a livelli conformi agli obiettivi fissati dalle banche centrali in gran parte delle economie entro fine 2025″.
Per quanto riguarda il Pil, la crescita a livello mondiale dovrebbe rallentare dal 2,9% del 2023 al 2,7% del 2024 prima di risalire al 3% nel 2025. Nella zona euro, il Pil è previsto aumentare dello 0,6% nel 2023, per poi salire dello 0,9% del 2024 e dell’1,5% nel 2025. L’Italia dovrebbe riportare un +0,7% nel 2024, come stimato per il 2023, e un +1,2% l’anno dopo.
In giornata, occhi infine, sul vertice dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i suoi alleati (Opec+) per definire la politica produttiva del prossimo anno.
Dall’agenda macroeconomica odierna, occhi tra gli altri, alla lettura finale del PIL 3Q23 della Francia, alla disoccupazione di Germania (novembre) e Italia (ottobre), inflazione armonizzata UE di novembre dell’Italia, inflazione dell’Eurozona di novembre; dagli Stati Uniti, nel pomeriggio, si attendono i dati su reddito e spesa personali di ottobre e le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione.