Iniziative Bresciane – Un business sostenibile con ampie opportunità di sviluppo

“Concludere nei tempi previsti la realizzazione dell’importante investimento sul fiume Arno, mantenere il parco impianti in condizioni ottimali e aprirci al fotovoltaico”. Sono questi, afferma Alberto Rizzi, Direttore Generale di Iniziative Bresciane, i pilastri strategici che guideranno il Gruppo idroelettrico per i prossimi anni, cui si affianca l’occhio sempre vigile alle opportunità di crescita per linee esterne. Centrali per lo sviluppo futuro restano il ruolo strategico della Regione Toscana, la politica di diversificazione geografica degli impianti e l’approccio sostenibile del business model. Il tutto dopo un primo semestre 2023 in forte ripresa rispetto al 2022 con la marginalità di nuovo ai livelli storici.

Iniziative Bresciane è un gruppo attivo da più di 30 anni nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con focus nell’individuazione di siti potenzialmente interessanti, progettazione, costruzione e gestione di impianti idroelettrici di piccole e medie dimensioni, inferiori a 3 MW.

Il primo semestre 2023 si è chiuso con ricavi netti consolidati in aumento del 71% a 13,4 milioni, Ebitda più che raddoppiato a 10,1 milioni, con il relativo margine al 75%, e un risultato netto che ha raggiunto i 3,56 milioni (0,4 milioni al 30 giugno 2022). Dal lato patrimoniale, poi, la PFN si è mantenuta in linea con il 2022 a 103,8 milioni.

Le prospettive per il 2023 restano favorevoli in termini di produzione idroelettrica, pur in un contesto di normalizzazione dei prezzi dell’energia, e gli analisti di Intesa Sanpaolo confermano la view positiva sul titolo e le stime per il 2024.

Forte di una importante pipeline di progetti in corso di sviluppo, accomunati dalla profonda attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale che storicamente caratterizza il proprio modo di fare impresa, il Gruppo INBRE guarda con fiducia al prossimo futuro, confermando il ruolo chiave della Regione Toscana e la scelta strategica di puntare sulla diversificazione geografica.

Alberto Rizzi, Direttore Generale di Iniziative Bresciane, illustra le priorità strategiche

“Concludere nei tempi previsti la realizzazione del nostro principale investimento in corso in Toscana, il Progetto ‘fiume Arno’, mantenere l’efficienza del parco impianti in condizioni ottimali e l’apertura al fotovoltaico”.

Sono questi i principali obiettivi strategici individuati da Alberto Rizzi, Direttore Generale di Iniziative Bresciane (INBRE), dopo aver chiuso il primo semestre 2023 in netta ripresa e con una marginalità di nuovo ai livelli storici del Gruppo.

Il tutto, “sempre tenendo alta l’attenzione sulle opportunità di sviluppo esterno offerte dal mercato secondario dell’idroelettrico e avviando nuove iniziative”, spiega il manager.

Concludere la realizzazione dell’importante investimento in Toscana, il Progetto ‘fiume Arno’

“Il principale obiettivo del Gruppo è concludere la realizzazione degli impianti del Progetto ‘fiume Arno’ entro i tempi previsti dal cronoprogramma”.

I lavori sono ben avviati. Dopo essere entrati in funzione, tra marzo e aprile 2023, i primi 2 impianti, Compiobbi e Incisa, con potenza di concessione complessiva di 1,2 MW e produzione annua stimata di 7,5 GWh, ora “abbiamo ultimato la realizzazione di altre 4 centrali per le quali siamo in attesa della connessione alla rete elettrica nazionale”.

Nel frattempo, “i cantieri degli altri impianti del project sono in stato avanzato di lavorazione e prevediamo di concludere l’intero investimento entro la fine del 2024”, afferma Rizzi.

Il project – vale la pena ricordare – è costituito da 12 centrali idroelettriche in titolarità della partecipata Iniziative Toscane (INTOS), con potenza di concessione complessiva di circa 9.520 kW, e ha ottenuto dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) un finanziamento di circa 49 milioni a copertura di circa il 75% dell’investimento complessivo.

Questo progetto, sottolinea il DG, “è per noi molto importante perchè ci farà fare un salto di qualità sia in termini di produzione, in quanto da solo – con i suoi 60 GWh annui attesi – rappresenta circa un terzo della produzione complessiva, sia di conseguenza dal punto di vista dei parametri patrimoniali e reddituali del Gruppo”.

Mantenere l’efficienza del parco impianti in condizioni ottimali

Una volta entrate in esercizio tutte le centrali del Progetto ‘fiume Arno’, il parco impianti del Gruppo INBRE sfiorerà le 60 unità. “Sarà pertanto essenziale mantenere in condizioni ottimali di sicurezza ed efficienza tutte le nostre centrali. Una priorità strategica funzionale a consentire una maggiore produzione e quindi redditività degli impianti del Gruppo”, evidenzia il manager.

“Sin dall’inizio della nostra attività ci siamo dotati di protocolli di intervento, destinati sia ai nostri dipendenti sia ai fornitori, per l’attuazione della manutenzione ordinaria e straordinaria programmata delle nostre centrali, anche in un’ottica di ottimizzazione delle risorse a ciò destinate”.

Il parco impianti del Gruppo INBRE è relativamente giovane, per cui “al momento non prevediamo la necessità di interventi rilevanti, quali quelli di revamping. Tuttavia, siamo ben consapevoli di dovere essere sempre pronti per potere fare fronte alle conseguenze dei fenomeni imprevedibili ed estremi che il contesto climatico in cui stiamo vivendo ci espone con sempre maggior frequenza”.

Apertura al fotovoltaico

In un contesto di cambiamento climatico in atto, INBRE ha valutato la possibilità di produrre energia elettrica sfruttando un’altra fonte energetica rinnovabile oltre l’acqua: il 2024, infatti, dovrebbe rappresentare l’anno in cui il Gruppo investirà anche nel fotovoltaico.

“Nel confermare il nostro focus strategico sull’idroelettrico – prosegue Rizzi – abbiamo avviato le attività propedeutiche allo studio e alla valorizzazione di iniziative che riguardano la produzione di energia proveniente da impianti fotovoltaici”.

In questo senso, di recente, “abbiamo costituito la società Castelsolar, con capitale sociale di 40 mila euro sottoscritto interamente dalla capogruppo INBRE, nell’intento di realizzare e successivamente gestire un’iniziativa nel campo della produzione di energia rinnovabile da fonte solare nel Comune bresciano di Castel Mella”.

Risultati del primo semestre 2023

Nei primi sei mesi del 2023 il Gruppo INBRE ha registrato ricavi netti consolidati pari a 13,4 milioni, in aumento del 71% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Un incremento principalmente dovuto al positivo andamento della produzione, ai proventi derivati dalla cessione dell’intera partecipazione detenuta nel capitale sociale di Iniziative Bergamasche (INBERG) e dall’entrata in esercizio di due nuovi impianti sul Fiume Arno.

Nel semestre la produzione di energia idroelettrica del Gruppo è stata pari a 61,0 GWh, in crescita del 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, caratterizzato dall’eccezionale scarsità di precipitazioni.

“L’andamento è stato trainato in particolare dalla produzione del secondo trimestre, che ci ha permesso di recuperare in maniera importante quella dei primi tre mesi dell’anno, che scontavano ancora gli effetti negativi del 2022”, spiega il DG.

L’Ebitda è più che raddoppiato a 10,1 milioni (4,6 mln al 30 giugno 2022), con un’incidenza percentuale sui ricavi netti consolidati pari al 75%, dopo che nel 2022 era scesa vicino al 50%, “soglia comunque importante, ma non adeguata alle nostre attese, in considerazione del settore in cui operiamo”.

Il conto economico si è chiuso con un risultato netto di periodo di 3,56 milioni contro 0,4 milioni al 30 giugno 2022. Il Risultato netto di Gruppo si è attestato a 3,64 milioni a fronte di 0,2 milioni del 1H 2022.

Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2023 cifra in 103,8 milioni, in linea con il dato di fine anno 2022, grazie al contributo dei proventi derivanti dalla cessione di INBERG e nonostante gli investimenti, soprattutto sul fiume Arno, che stanno impegnando in maniera rilevante il Gruppo”.

Prospettive per il FY 2023 e i prossimi esercizi

“La situazione climatica continua a essere favorevole dopo la chiusura del semestre, indice di un trend ancora positivo per il FY 2023 in termini di produzione idroelettrica. Considerazione che però non può prescindere da un contesto di prezzi dell’energia nettamente ribassati dopo i picchi registrati un anno fa, che avevano risentito delle tensioni geopolitiche in Ucraina”, sottolinea il manager.

Un’analisi confermata da Intesa Sanpaolo (Specialist della società) che, nello studio del 12 ottobre 2023, lascia invariate le previsioni di fatturato per il 2023 e 2024, vista la “recente correzione dei prezzi dell’energia elettrica”, nonostante i “dati favorevoli ancora in vista prima della fine dell’anno” in termini di produzione idroelettrica rispetto al 2022.

Gli esperti poi segnalano che, mentre a livello di top-line la loro attuale stima FY23 potrebbe richiedere da parte di INBRE “un ulteriore grado di accelerazione nel 2H23”, la previsione in merito alla redditività FY23 (EBITDA) sembra invece “a portata di mano”, assumendo nel FY23 “una normalizzazione dell’eccezionale performance dell’EBITDA margin registrata nel 1H23”.

Intesa, inoltre, amplia l’orizzonte previsionale al 2025, anno per il quale presenta stime che “si avvicinano alla performance storica dell’EBITDA margin di INBRE (margine EBITDA medio 2014-22 del 70,1%)”.

Dal lato patrimoniale, infine gli analisti prospettano un progressivo miglioramento dell’indebitamento finanziario netto, che dovrebbe portarsi sotto i 100 milioni già nel 2024, per poi scendere a poco meno di 92 milioni nel 2025.

Scenari futuri

Guardando al prossimo futuro, prosegue Rizzi con soddisfazione, “confermiamo il ruolo della Regione Toscana per il nostro business, quale asset strategico importante, dal momento che la diversificazione geografica consente di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, diversamente impattanti per intensità nei territori di competenza. E ciò a testimonianza di quanto la decisione strategica di puntare sulla diversificazione geografica degli impianti del Gruppo si sia rivelata vincente”.

Nella regione, infatti, oltre al Progetto ‘fiume Arno’, INBRE ha in corso alcune iniziative e iter istruttori per la realizzazione di altri impianti e, nel frattempo, ha individuato alcuni siti che potrebbero essere presi in considerazione per la costruzione di ulteriori centrali, avviando al riguardo interlocuzioni con gli enti interessati.

Parallelamente, nel solco della diversificazione geografica, il Gruppo sta procedendo nello sviluppo alcune iniziative anche in Lombardia.

Il tutto, “mantenendo la politica di crescita ragionata ma progressiva, data la tipologia di investimento capital intensive che contraddistingue il settore in cui operiamo, che ha caratterizzato sin dall’inizio la nostra ormai trentennale attività”.

“Forti di una marginalità di rilievo sui ricavi, che ci consente un rientro veloce del debito, vogliamo continuare a perseguire un modello di business equilibrato tra sviluppo organico, che rappresenta per noi un importane valore aggiunto, e capacità di cogliere tutte le opportunità esterne che il mercato offre, in termini sia di acquisizione di nuova capacità installata sia di valorizzazione di quegli impianti ritenuti non più strategici”, puntualizza il DG.

Sostenibilità al centro del business

Il finanziamento BEI da 49 milioni direttamente collegato al ‘Progetto Fiume Arno’ è una chiara attestazione dell’approccio sostenibile che contraddistingue storicamente il Gruppo INBRE.

“I nostri finanziatori sono sempre più sensibili non solo alle tematiche ambientali ma anche alle ricadute positive che la nostra attività ha sui territori in cui operiamo”, sottolinea il manager.

Un esempio in questo senso è “il prestito obbligazionario sustainability-linked di 4 milioni sottoscritto interamente da UniCredit che contribuisce a finanziare l’adozione, entro il 2024, di misure aggiuntive volte a promuovere la mobilità sostenibile – con la realizzazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici collegate ai nostri impianti di produzione – e la conservazione della biodiversità nelle aree dove siamo presenti, ad esempio tramite la costruzione di scale di risalita dei pesci per il ripristino degli habitat fluviali naturali”.

“La nostra storia di crescita equilibrata e coerente con le finalità etiche e sociali del Gruppo, ci ha permesso di raggiungere traguardi importanti e nel contempo ci consente di investire per il futuro, integrando le tematiche ESG con il modello di business, l’organizzazione e la cultura dell’azienda”.

Un modo di fare impresa che il Gruppo INBRE attesta ormai dal 2020 con la presentazione su base volontaria del Bilancio di Sostenibilità.

In un quadro macroeconomico e climatico complicato, che però necessità di un’accelerazione verso la transizione energetica non più rinviabile, INBRE si può considerare a buon diritto tra gli abilitatori di questa transizione.

“Abbiamo la consapevolezza di avere un ruolo rilevante e un importante potenziale nel contesto di un futuro sistema energetico decarbonizzato. Per questo, investire nelle nostre persone e nell’empowerment locale, assicurare il trasferimento continuo di tecnologia e conoscenza per proteggere l’ambiente, promuovere l’innovazione e sostenere la nostra comunità sono azioni che ci impegnano costantemente”.

Il Gruppo ha sempre prestato la massima attenzione al contesto socio-ambientale nella consapevolezza della rilevanza delle attività svolte sul territorio. A tal fine ha disposto il presidio dei rapporti istituzionali e il confronto con le comunità locali con l’obbiettivo di instaurare e mantenere un dialogo collaborativo con i vari portatori di interesse e render conto del proprio impegno in modo trasparente.

“Guidati da questi principi, siamo orgogliosi dei risultati ottenuti finora e vogliamo continuare a creare e condividere valore con tutti i nostri stakeholder, consapevoli di aver realizzato un Gruppo solido, pronto a cogliere nuove sfide e opportunità e proiettato verso una crescita continua e sostenibile”, conclude Alberto Rizzi.

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