Partenza mista per le principali borse europee, con l’attenzione che resta focalizzata sulle banche centrali, l’agenda macro e le tensioni in Medio Oriente.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,2% a 29.885 punti, in flessione come il Cac 40 di Parigi (-0,2%), il Ftse 100 di Londra (-0,3%), mentre scambiano sopra la parità il Dax di Francoforte (+0,04%) e l’Ibex35 di Madrid (+0,1%).
Resta l’attenzione sulle banche centrali con i mercati che scontano una riduzione dei tassi entro maggio, anche dopo che il presidente della Fed, Jerome Powell, ha affermato venerdì che la banca centrale è pronta a fare ulteriori aumenti se necessario, sottolineando inoltre che la politica è “ampiamente in territorio restrittivo”.
Questa settimana, l’attenzione si focalizzerà su una serie di dati macro alla ricerca di indicazioni sull’andamento dell’economia globale con i dati sulla crescita australiana, sull’inflazione cinese e in particolare il job report in agenda venerdì.
Intanto oggi, attesi nel pomeriggio dagli Stati Uniti gli ordini di fabbrica e gli ordini di beni durevoli di ottobre.
Sull’equity asiatico, le azioni dello sviluppatore immobiliare Evergrande viaggiano in rialzo di oltre il 7% alla Borsa di Hong Kong in scia alla decisione del tribunale di rinviare a fine gennaio l’udienza per decidere sulla liquidazione della società.
Oltreoceano, i titoli delle compagnie aeree statunitensi saranno al centro dell’attenzione quando Wall Street riaprirà oggi, dopo che Alaska Air Group ha accettato di acquistare Hawaiian Airlines della rivale Hawaiian Holdings in un accordo del valore di 1,9 miliardi di dollari.
Sullo sfondo restano le tensioni geopolitiche dopo che Israele ha ripreso le operazioni militari a Gaza, una nave da guerra americana è stata attaccata nel Mar Rosso e i ribelli Houthi nello Yemen hanno affermato di aver effettuato operazioni contro due navi israeliane.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,086 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 147,1. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1%) a 78,1 dollari e il Wti (-1%) a 73,4 dollari, in un contesto di persistente scetticismo sul fatto che gli ultimi tagli all’offerta da parte dell’OPEC+ invertiranno la tendenza del mercato.