Seduta negativa per i principali listini asiatici dopo la chiusura in flessione di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1,7% e l’1,9%, fa peggio Hong Kong a -2,4%. Giù anche il Giappone con Nikkei a -1,4% e Topix a -0,8%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha chiuso a -0,1%, lo S&P500 a -0,5% e il Nasdaq a -0,8%.
Sentiment appesantito dai timori che le scommesse sul taglio dei tassi siano state troppo aggressive. Quasi 125 punti base di allentamento sono scontati fino alla riunione della Federal Reserve di dicembre del prossimo anno.
I dati sull’occupazione negli Stati Uniti, che verranno diffusi più avanti in settimana, potrebbero aiutare a identificare la prospettiva di un atterraggio morbido nella più grande economia del mondo.
Tornando in Asia, in Cina i dati sull’attività dei servizi migliori del previsto non sono riusciti a placare le preoccupazioni sulla confusa traiettoria di crescita dell’economia del Paese.
Due incontri degli alti funzionari di Pechino questo mese saranno esaminati attentamente per individuare segnali secondo cui la seconda economia più grande del mondo assumerà un atteggiamento più incisivo per raggiungere il suo obiettivo di crescita per il 2024.
Intanto, in tema di banche centrali, la Reserve Bank of Australia ha mantenuto i tassi di interesse stabili con un atteggiamento accomodante, spingendo gli operatori a ridurre le scommesse sull’aumento dei tassi.
Sul fronte macro, in Giappone a novembre l’inflazione della regione di Tokyo ha rallentato più del previsto, andamento che supporta l’opinione della Banca del Paese secondo cui le pressioni sui prezzi si stanno allentando.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,081 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 146,9. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,2%) a 78,2 dollari e il Wti (+0,2%) a 73,2 dollari; l’Arabia Saudita ha affermato che i recenti tagli dell’OPEC+ saranno rispettati in pieno e potrebbero essere estesi.