Gli eurolistini chiudono perlopiù positivi, mentre Wall Street procede mista, con l’attenzione rivolta in particolare alle banche centrali e all’agenda macro.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 30.083 punti (+0,6%), in rialzo come il DAX di Francoforte (+0,8%), il CAC 40 di Parigi (+0,7%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,6%). Chiude invece sotto la parità il Ftse 100 di Londra (-0,3%).
Oltreoceano, il Nasdaq guadagna lo 0,3%, il Dow Jones e lo S&P 500 cedono rispettivamente lo 0,3% e lo 0,1%.
In Europa, Isabel Schnabel, uno dei funzionari più “hawkish” della Bce, ha affermato che l’inflazione sta mostrando un “notevole” rallentamento, un’inversione di rotta che spinge i mercati a incrementare le scommesse su un taglio dei tassi di interesse già a marzo.
Gli investitori restano intenti a valutare i nuovi segnali provenienti dall’agenda macroeconomica, con focus particolare questa settimana sul mercato del lavoro Usa. In attesa del Job Report di venerdì, sono attesi domani la rilevazione di novembre sulla variazione dell’occupazione ADP, mentre giovedì sarà la volta del dato settimanale sulle richieste di sussidi di disoccupazione.
Nel frattempo, a novembre il dato finale dell’indice Pmi Servizi degli Stati Uniti si è attestato a 50,8 punti, confermando il dato preliminare e le attese. L’indice finale Pmi Composito si è attestato a 50,7 punti, in linea con il preliminare ed il consensus.
A livello continentale, a ottobre, i prezzi alla produzione dell’Eurozona sono aumentati su base mensile dello 0,2%, in rallentamento, in linea con le attese, dal +0,5% di settembre. Su base annua, l’indice è sceso del 9,4%, a fronte del -12,4% del mese precedente e del -9,5% del consensus.
Inoltre sono stati diffusi una serie di dati PMI. Tra questi, a novembre la lettura finale dell’indice HCOB PMI servizi dell’Eurozona si è attestata a 48,7 punti, sopra i 48,2 punti della rilevazione preliminare e delle attese. Il PMI composito si è fissato a 47,6 punti, rispetto ai 47,1 punti del preliminare e del consensus.
Nello stesso mese, in Italia, il Pmi Servizi è salito a 49,5 punti dai 47,7 punti di ottobre, superando le stime degli analisti ferme a 48,3 punti. Il Composito si è attestato a 48,1 punti, anche in questo caso risultando superiore al dato del mese precedente (47 punti) e al consensus (47,2 punti).
Sul fronte asiatico, Moody’s ha tagliato l’outlook sui titoli sovrani cinesi a “negative”, sottolineando le crescenti preoccupazioni globali sul livello del debito della seconda maggior economia del mondo.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,079, mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 147,3. Tra le materie prime, in leggero rialzo le quotazioni del greggio, con il Brent (+0,3%) a 78,3 dollari e il Wti (+0,5%) a 73,4 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende a 174 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,99%.
Tornando a Piazza Affari, Pirelli resta in vetta a +4,9% dopo l’upgrade da parte di UBS a “buy” da hold”, seguita da Iveco (+3,0%), Ferrari (+2,6%), Diasorin (+2,4%). In coda invece Leonardo (-1,6%), Nexi (-1,3%), Amplfion (-1,0%), Mediobanca (-0,7%).