Seduta negativa per i principali listini asiatici dopo la chiusura in calo ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen segnano rispettivamente -0,1 e -0,3%, peggio Hong Kong (-1,1%) e il Giappone con Nikkei a -1,8% e Topix a -1,1%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha chiuso a -0,2%, lo S&P500 a -0,4% e il Nasdaq a -0,6%.
Il sentiment è stato appesantito dai cali dei produttori di energia dopo che il petrolio è sceso ai minimi da giugno a causa delle preoccupazioni per l’eccesso di offerta, nonostante i piani dell’OPEC+ di frenare la produzione fino al 2024. A ciò si aggiungono le preoccupazioni per l’onere del debito della Cina dopo che Moody’s Investors Service ha abbassato la sua visione su un certo numero di società locali, dopo aver precedentemente tagliato le sue prospettive per i titoli sovrani della nazione.
Un ulteriore peggioramento dell’umore degli investitori è stata una contrazione inaspettata delle importazioni cinesi a novembre, dopo il periodo colpito dal Covid un anno fa, che ha deluso le speranze che la domanda interna si sarebbe ripresa dalla base per stimolare la crescita in un’economia in rallentamento. Il mese scorso le esportazioni del paese sono aumentate dello 0,5% su base annua, leggermente meglio del previsto e segnando la prima espansione da aprile.
L’attenzione si sposta ora sul rapporto sull’occupazione statunitense di domani, dopo che i dati sui salari privati sono risultati inferiori alle stime, segno di un indebolimento del mercato del lavoro.
Sul fronte delle banche centrali, il governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, ha discusso le opzioni per una potenziale svolta dai tassi di interesse negativi.
I politici della Fed si incontreranno la prossima settimana per l’ultima volta nel 2023. Sebbene non sia previsto alcun cambiamento nel loro obiettivo per il tasso dei fondi federali, è previsto che rilascino previsioni trimestrali che potrebbero alterare le aspettative implicite nel mercato. Queste scommesse gravitano verso un ulteriore allentamento dei tassi il prossimo anno in risposta ai dati economici più deboli del previsto.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,078 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 145,6. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,8%) a 74,9 dollari e il Wti (+0,7%) a 70 dollari.