Seduta perlopiù moderatamente positiva per i principali listini asiatici dopo la chiusura in frazionale rialzo di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen scambiano rispettivamente +0,4 e +0,1%. Hong Kong guadagna l’1,2% posizionandosi in vetta. In Giappone, Nikkei +0,2% e Topix -0,2%.
Oltreoceano, lo S&P500 e il Dow Jones hanno terminato a +0,4%, il Nasdaq a +0,2%.
Resta l’attenzione sugli importanti appuntamenti di questa settimana e, in particolare, l’inflazione statunitense in calendario oggi pomeriggio, la decisione sui tassi della Federal Reserve in agenda domani mentre giovedì sarà il turno della Bank of England e della Bce, giornata nella quale verranno pubblicate anche le vendite al dettaglio a stelle e strisce.
Sempre in tema di politica monetaria, secondo quanto emerso da un report, i funzionari della Banca del Giappone non vedono la necessità di affrettarsi a interrompere questo mese il regime di tassi di interesse negativi applicato dall’istituto.
Intanto, i prezzi alla produzione giapponesi di novembre hanno rallentato a +0,3% a/a dal precedente +0,9% (rivisto da +0,8%) e a fronte di consensus di +0,1%, confermando la tesi della banca nipponica secondo cui la pressione inflazionistica si sta moderando. Mese su mese la lettura ha registrato, in linea con le attese, un +0,2%, accelerando dal -0,3% di ottobre (rivisto da -0,4%).
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,078 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 145,3. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,7%) a 76,6 dollari e il Wti (+0,8%) a 71,9 dollari dopo che l’attacco a una petroliera nel Mar Rosso ha fatto temere interruzioni alla navigazione nell’ambito della guerra tra Israele e Hamas.