Mercati asiatici – Prevalgono le vendite

Seduta perlopiù in calo per i principali listini asiatici dopo la chiusura in frazionale rialzo di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen cedono entrambi l’1,2%. Hong Kong lascia sul terreno lo 0,9%, mentre il Giappone resiste alle vendite con Nikkei +0,3% e Topix +0,1%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +0,7%, mentre Dow Jones e S&P500 a +0,5%.

In Asia, i titoli cinesi hanno guidato le vendite nella regione dopo che una riunione dei massimi dirigenti ha deluso gli investitori per la mancanza di forti misure di sostegno economico. Le perdite sono arrivate dopo che la conferenza economica annuale della Cina di questa settimana ha dato priorità alla politica industriale e ha indicato uno scarso desiderio di stimoli su larga scala.

Intanto, l’attenzione globale è rivolta alla conclusione della riunione politica della Federal Reserve, attesa stasera, sperando in lumi più chiari sulla prossima direzione della politica monetaria interna.

Nel frattempo, gli ultimi dati sull’inflazione statunitense hanno sollevato dubbi sulla probabilità di una svolta aggressiva verso un allentamento della politica monetaria. I mercati hanno leggermente ridotto le scommesse sui tagli dei tassi il prossimo anno, con il primo previsto ancora per maggio.

Dopo l’ultima decisione della Fed, il presidente Jerome Powell ha ricordato agli investitori che i progressi dell’inflazione “saranno discontinui e irregolari”. Il fatto che l’indice dei prezzi al consumo di martedì fosse più o meno in linea con le stime – e leggermente in rialzo – ha sottolineato la natura discontinua nel riportare i prezzi all’obiettivo del 2% – soprattutto nel settore dei servizi, che la Fed ha considerato quale obiettivo dell’ultimo miglio nella sua lotta contro l’inflazione.

Il segretario al Tesoro americano Janet Yellen ha detto che non crede che “l’ultimo miglio” per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% della Fed sarà particolarmente difficile.

Sempre in tema di banche centrali, domani si terranno le riunioni della Banca centrale europea, della Banca d’Inghilterra e della Banca nazionale svizzera.

Sul forex, l’euro/dollaro fette a 1,079 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 145,8. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,6%) a 72,8 dollari e il Wti (-0,6%) a 68,2 dollari.