Le borse europee viaggiano in prevalenza in cauto rialzo a metà seduta mentre i future di Wall Street oscillano poco sopra alla parità.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,2% a 30.398 punti, in linea con l Ftse 100 di Londra (+0,3%), il Cac 40 di Parigi (+0,3%), più indietro il Dax di Francoforte (+0,08%), mentre l’Ibex35 di Madrid cede lo 0,09%.
Cresce l’attesa per quanto emergerà stasera con la conclusione della riunione della Federal Reserve, con la previsione che la banca centrale americana manterrà i tassi stabili al range 5,25%-5,5% per la terza riunione consecutiva, mentre gli operatori esamineranno le parole del presidente Powell sul percorso della politica monetaria e sull’aggiornamento delle stime trimestrali.
I mercati hanno leggermente rivisto al ribasso le aspettative sulle riduzioni dei tassi per il prossimo anno, con il primo taglio comunque ancora previsto per maggio. Domani lo sguardo si sposterà sui meeting di Bank of England e Bce.
Nel frattempo, il Segretario del Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha affermato che non ci saranno particolari difficoltà nel “percorrere l’ultimo miglio” per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% della Federal Reserve.
Parole che hanno fatto seguito alle pubblicazione ieri dei dati sui prezzi al consumo statunitensi che hanno visto il dato core, al netto di elementi volatili quali energia ed alimentari, registrare su base annua una crescita del 4,0%, stabile rispetto a ottobre e in linea con il consensus. Su base mensile, l’indicatore è salito dello 0,3%, rispettando le attese, dopo il +0,2% di ottobre.
In Asia, durante la conferenza annuale sull’economia del Partito Comunista, i leader cinesi, incluso il presidente Xi Jinping, hanno deluso gli investitori per il mancato annuncio di forti misure di sostegno economico, promettendo di fare della politica industriale la loro priorità il prossimo anno.
Dall’agenda macroeconomica, a ottobre la produzione industriale nel Regno Unito ha registrato un calo dello 0,8% su base mensile, rispetto al -0,1% delle attese e alla variazione nulla di settembre. Su base annua, il dato ha mostrato un aumento dello 0,4%, in rallentamento oltre le attese (+1,1%) rispetto al +1,5% del mese precedente.
Nello stesso mese, la produzione manifatturiera ha riportato un calo dell’1,1% su base mensile, a fronte della variazione nulla del consensus e del +0,1% di settembre. Su base annua, la variazione è positiva per lo 0,8%, evidenziando un rallentamento oltre le attese (+1,9%) rispetto al +3,0% di settembre.
A ottobre la bilancia commerciale del Regno Unito ha evidenziato un deficit di 4,48 miliardi di sterline, a fronte dei 2,15 miliardi delle attese e dopo il deficit di 1,574 miliardi di settembre.
Sempre a ottobre, nell’Eurozona, l’indice destagionalizzato della produzione industriale su base mensile è sceso dello 0,7%, al di sotto delle attese (-0,3%) e dopo il -1,0% di settembre (rivisto da -1,1%). Su base annua e corretto per l’effetto calendario, l’indice ha segnato una contrazione del 6,6%, in peggioramento oltre le attese (-4,6%), dopo il -6,8% di settembre (rivisto da -6,9%).
Da monitorare nel pomeriggio, dagli Usa, le richieste mutui MBA e i prezzi alla produzione di novembre.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,077 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 145,8. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,1%) a 73,3 dollari e il Wti (+0,2%) a 68,7 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund resta stabile a 177 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,97%.
Tornando a Piazza Affari, bene ERG (+2%), Amplifon (+1,6%) che entra in Uruguay con l’acquisizione del Gruppo Audical, CNH (+1,5%), e Interpump (+0,9%). In coda invece Telecom Italia (-1,7%), Banco BPM (-1,5%), Iveco (-1,4%) e Azimut (-0,5%).