Mercati asiatici – Misti con la debolezza di Cina e Giappone

Seduta a due velocità per i principali listini asiatici dopo la chiusura tonica di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,3 e lo 0,6%. Hong Kong guadagna lo 0,8%. Il Giappone è negativo con Nikkei -0,7% e Topix -1,4%.

Oltreoceano, il Nasdaq, il Dow Jones e lo S&P500 hanno terminato a +1,4%.

Ieri sera al Federal Reserve ha mantenuto i tassi nel range tra il 5,25 e il 5,5%, ai massimi degli ultimi 22 anni, per la terza volta consecutiva. Inoltre stima tre tagli al costo del denaro, per complessivi 75 punti base, nel 2024, rispetto ai due previsti dagli economisti. I tassi dovrebbero quindi calare al 4,5-4,75% (rispetto al 5-5,25% indicato a settembre) il prossimo anno mentre sono attesi al 3,5-3,75% nel 2025.

Il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato che è “una buona notizia” il calo dell’inflazione che però “resta alta”, ammettendo che “è prematuro dichiarare vittoria” e “ci sarà bisogno di osservare ulteriori progressi”.

Powell ha aggiunto che “probabilmente i tassi sono al picco o vicini al picco”, confermando il dibattito in corso sulla tempistica dei tagli, precisando tuttavia che “non è del tutto esclusa” l’eventualità di un rialzo in caso di evoluzioni inaspettate dell’economia.

La Fed ha ridotto le previsioni sull’inflazione per quest’anno al 2,8% dal 3,3% di settembre e per il 2024 al 2,4% dal 2,5%. Considerando il dato core, al netto di cibo ed energia, ha abbassato la stima 2023 al 3,2% dal 3,7%. La crescita del Pil è attesa al 2,6% per quest’anno, migliore rispetto al +2,1% della previsione precedente, mentre è stimata rallentare all’1,4% nel 2024.

Oggi lo sguardo si sposterà sulle riunioni di Bank of England e Bce.

Il sentiment in Asia beneficia intanto anche della notizia che una divisione dello sviluppatore immobiliare Country Garden Holdings ha inaspettatamente rimborsato un’obbligazione da 800 milioni di yuan (111 milioni di dollari), dissipando le preoccupazioni di default.

In Giappone, la produzione industriale finale di ottobre è aumentata dell’1,3% m/m e dell’1,1% a/a accelerando dal +1 e +0,9% dei preliminari.

Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,089 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 141,9. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,7%) a 74,8 dollari e il Wti (+0,5%) a 69,8 dollari.