Seduta prevalentemente in denaro per i principali listini asiatici dopo la chiusura positiva di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano entrambe lo 0,1%. Giù Hong Kong che lascia sul terreno l’1%. Bene invece il Giappone con Nikkei a +1,4% e Topix +0,7%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha chiuso a +0,6% e lo S&P500 a +0,5%, mentre il Dow Jones ha terminato invariato.
In tema di banche centrali, la Banca del Giappone ha mantenuto invariato il suo tasso di riferimento e ha persistito con l’ultimo regime di tassi negativi al mondo.
I funzionari della BOJ hanno mantenuto il tasso ufficiale al -0,1%, ma non hanno fornito alcuna indicazione se manterranno la politica monetaria la prossima settimana. Sono cresciute le speculazioni su un possibile rialzo dei tassi da parte della banca centrale, con aprile visto come l’opzione più probabile per il movimento, secondo un sondaggio di Bloomberg. I trader analizzeranno le parole del governatore Kazuo Ueda in una conferenza stampa per ottenere suggerimenti sul futuro percorso politico.
In Cina, invece, la debolezza degli sviluppatori immobiliari continua a pesare sulla difficile ripresa economica del paese. Country Garden Services Holdings ha toccato il minimo storico dopo aver dichiarato di aver accantonato alcuni fondi come svalutazione. Anche China South City Holdings, parzialmente di proprietà della città meridionale di Shenzhen, aveva avvertito di non poter pagare gli interessi dovuti, aumentando il rischio di default.
Nel frattempo, oltreoceano, il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee e la presidente della Fed di Cleveland Loretta Mester si sono uniti al crescente coro di funzionari delle banche centrali che cercano di moderare l’ottimismo del mercato sui tagli. In giornata è atteso un discorso del presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic, elettore per il 2024.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,094 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 143,8. Tra le materie prime, petrolio in flessione con il Brent (-0,04%) a 77,9 dollari e il Wti (-0,3%) a 72,6 dollari, mentre sempre più compagnie di spedizioni navali mondiali evitano il passaggio attraverso il Mar Rosso e lo Stretto di Aden a causa dei continui bombardamenti di navi commerciali da parte delle milizie yemenite.