Le borse europee proseguono miste a metà seduta, mentre i future di Wall Street viaggiano sopra la parità, con gli occhi degli investitori sulle indicazioni di politica monetaria e l’agenda macroeconomica.
A Milano, il Ftse Mib oscilla sulla parità a 30.238 punti (-0,01%), cauto come il Ftse 100 di Londra (-0,01%) e il Cac 40 di Parigi (-0,03%), mentre viaggiano in positivo l’Ibex35 di Madrid (+0,2%), il Dax di Francoforte (+0,4%).
La banca centrale giapponese ha confermato la sua politica monetaria ultra-accomodante durante l’ultima riunione di quest’anno, lasciando invariati i tassi di interesse a -0,1%, in considerazione di “incertezze estremamente elevate”, e attenendosi a una curva dei rendimenti che mantiene il limite superiore per il rendimento dei titoli di stato giapponesi a 10 anni all’1% come riferimento.
Riflettori anche sui verbali della Reserve Bank of Australia dai quali è emerso che i policy maker era indecisi se alzare ancora il costo del denaro di 25 punti base o lasciarlo stabile, per poi deliberare di mantenerlo al 4,35%.
Nel frattempo, gli operatori stanno ancora metabolizzando le recenti dichiarazioni del presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, e della numero uno dell’istituto di Cleveland, Loretta Mester, che si sono uniti alle parole di altri funzionari della banca centrale che hanno cercato di smorzare l’ottimismo sui prossimi tagli. Attesa per l’intervento del presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic.
Infine, in Cina, la debolezza degli sviluppatori immobiliari continua a pesare sulla difficile ripresa economica del Paese. Country Garden Services Holdings ha toccato il minimo storico dopo aver dichiarato di aver accantonato alcuni fondi come svalutazione. China South City Holdings, parzialmente di proprietà della città di Shenzhen, ha avvertito di non poter pagare gli interessi dovuti, aumentando il rischio di default.
Sul sentiment pesa anche il grave bilancio di almeno 118 vittime causate dal devastante terremoto di magnitudo 6.2 che ha colpito il nordovest della Cina.
Dall’agenda macroeconomica odierna, l’Eurostat ha comunicato che a novembre i prezzi al consumo nell’Eurozona hanno registrato un calo dello 0,6% su base mensile, al di sotto delle attese (-0,5%) e rispetto al -0,5% del dato preliminare. Su base annua il dato ha evidenziato un aumento del 2,4%, in linea con il consensus e in diminuzione rispetto alla stima preliminare di +2,9%, rivista da +2,4%. L’indice Core, calcolato al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, mostra a novembre un incremento su base tendenziale del 3,6% in linea con il dato preliminare e le attese.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,094 e il cambio tra biglietto verde e lo yen balza a 144,8. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,2%) a 78,1 dollari e il Wti (+0,2%) a 72,9 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund cala di circa un punto base a 166 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,69%.
Tornando a Piazza Affari, prosegue bene Amplifon (+2%), Cucinelli (+1,5%), Hera e Prysmian (+1,1%), giù invece in particolare Stellantis (-2%).