Seduta contrastata per i principali listini asiatici dopo la chiusura in rialzo di Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1 e l’1,2%. Bene invece Hong Kong (+0,4%) e ancora meglio il Giappone con Nikkei +1,4%, ai massimi degli ultimi 33 anni, e il Topix a +0,7%.
Oltreoceano, il Nasdaq e Dow Jones hanno terminato a +0,7%, lo S&P500 a +0,6%.
Resta l’attenzione sulla politica monetaria dopo che la Banca Popolare Cinese ha lasciato invariato ai minimi storici il tasso di riferimento sui prestiti, con quello a un anno al 3,45% e quello a cinque anni al 4,2%.
Gli operatori sembrano aver nel contempo già metabolizzato le recenti dichiarazioni dei funzionari della Fed che hanno tentato di smorzare l’ottimismo sui prossimi tagli ai tassi di interesse attesi per il 2024.
Tra i commenti, il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha affermato che non vi è alcuna urgenza di abbassare il costo del denaro in linea con le precedenti dichiarazioni del numero uno della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, e della omologa dell’istituto di Cleveland, Loretta Mester.
Più accomodanti invece le parole del presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, secondo cui la banca centrale americana potrebbe abbassare i tassi se i recenti progressi sull’inflazione continueranno.
I mercati dovranno pertanto valutare i nuovi spunti che arriveranno dall’agenda macroeconomica per cercare di delineare il percorso futuro di politica monetaria, con l’attenzione che si concentrerà nei prossimi giorni, tra gli altri, su ordini di beni durevoli, spese per consumi personali – tra le misure dell’inflazione attentamente monitorate dalla Fed, e la lettura finale del prodotto interno lordo del terzo trimestre degli Stati Uniti.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,095 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 143,6. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,1%) a 79,3 dollari e il Wti (+0,1%) a 74 dollari.