Gli eurolistini chiudono perlopiù poco mossi, simili all’andamento di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib archivia gli scambi sostanzialmente invariato a 30.361 punti. Poco mossi anche il Cac 40 di Parigi (+0,1%), il Dax di Francoforte (-0,1%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%), mentre il Ftse 100 termina in rialzo dell’1,0%.
Oltreoceano, il Nasdaq guadagna lo 0,2%, lo S&P 500 e il Dow Jones lo 0,1%.
Il sentiment si divide tra i segnali contrastanti sull’indebolimento dell’inflazione, che da un lato fanno aumentare le probabilità di tagli ai tassi di interesse e dall’altro lato sottolineano il rischio di una recessione economica.
Tra i dati di stamattina, nel Regno Unito, a novembre i prezzi al consumo sono scesi dello 0,2% su base mensile, rispetto al +0,1% del consensus e alla variazione nulla di ottobre. Su base annua, sono saliti invece del 3,9%, in rallentamento oltre le attese (+4,3%) rispetto al +4,6% di ottobre. L’indice CPI Core ha riportato un incremento del 5,1%, rispetto al +5,6% del consensus e al +5,7% del mese precedente.
Oltreoceano, l’indice del Conference Board relativo alla fiducia dei consumatori statunitensi si è attestato a dicembre a 110,7 punti, al di sopra del consensus (104,5 punti) e dei 101 punti di novembre.
Sempre negli Stati Uniti, la Mortgage Bankers Association ha reso noto che nella settimana al 15 dicembre le richieste di mutui ipotecari negli Stati Uniti sono scese dell’1,5%, dopo il +7,4% della settimana precedente.
Nel Vecchio Continente, la lettura preliminare di dicembre sulla fiducia dei consumatori nell’Eurozona si è attestata a -15,1 punti, al di sopra dei -16,9 punti di novembre e dei -16,3 punti attesi.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,097, il cambio dollaro/yen a 143,8. Tra le materie prime, il petrolio accelera con il Brent (+1,5%) a 80,4 dollari e il Wti (+1,6%) a 75,1.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende a 161 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,59%.
Tornando a Piazza Affari, guida Tim (+5,7%) dopo rumour secondo cui il fondo italiano per le infrastrutture F2i sarebbe pronto a costituire un veicolo con KKR per investire circa 1 miliardo nella rete fissa dell’azienda, seguita da Iveco (+1,4%), Inwit (+1,3%), Eni (+1,2%). Si posizionano in coda invece A2a (-1,5%), Banco BPM (-1,4%), Bper Banca (-1,2%), Ferrari (-0,8%).