Le borse europee proseguono deboli nel pomeriggio nonostante l’andamento in rialzo di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,5% a 30.201 punti, sotto la parità come il Cac 40 di Parigi (-0,5%), il Dax di Francoforte (-0,5%), il Ftse 100 di Londra (-0,4%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,2%). Oltreoceano, il Nasdaq guadagna lo 0,7%, il Dow Jones e lo S&P500 lo 0,5%.
Torna a rafforzarsi l’aspettativa su potenziali tagli ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve a seguito della diffusione di alcuni dati macroeconomici statunitensi.
In particolare, la terza lettura (finale) del Pil annualizzato del terzo trimestre 2023 ha mostrato un incremento del 4,9% su base trimestrale, in rallentamento rispetto al +5,2% della stima degli analisti e della lettura precedente. Per quanto riguarda i consumi personali il dato ha evidenziato un aumento del 3,1%, anch’esso al di sotto del consensus e della seconda lettura (entrambe +3,6%).
Sempre oltreoceano, a novembre il Leading Index del Conference Board è calato dello 0,5%, in linea alle attese e dopo il -0,8% di ottobre.
Le richieste settimanali di sussidi disoccupazione sono aumentate meno delle attese a 205mila unità e a dicembre l’indice di fiducia commerciale dei produttori del distretto di Philadelphia si è attestato a -10,5 punti rispetto ai -3 punti delle attese e ai -5,9 punti di novembre.
Il sentiment beneficia anche delle parole del presidente della Fed di Filadelfia, Patrick Harker, secondo cui è importante che i tassi di interesse scendano, pur avvertendo che la banca centrale non dovrebbe muoversi troppo velocemente e non “immediatamente”.
Domani l’attenzione si sposterà sulla pubblicazione, tra gli altri, di PIL del Regno Unito, fiducia dei consumatori statunitensi e indice dei prezzi delle spese per consumi personali core, un indicatore dell’inflazione particolarmente monitorato dalla Fed.
A novembre, in Italia, i prezzi della produzione industriale (PPI) hanno riportato un calo dell’1,2% su base mensile, dopo il +2,2% di ottobre. Il dato su base annua evidenzia una contrazione del 16,3%, in accelerazione negativa rispetto al -12,4% del mese precedente.
A dicembre l’indice di fiducia dei consumatori francesi si è attestato a 100 punti, in miglioramento contro le attese (98 punti) rispetto al dato di novembre (99 punti).
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,099 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 142,3. Tra le materie prime, il petrolio cala ancora con il Brent (-1%) a 78,9 dollari e il Wti (-0,9%) a 73,5 dollari, dopo i rialzi degli ultimi tre giorni, in scia all’impennata della produzione statunitense che ha fatto passare in secondo piano i timori per gli attacchi Houthi alle navi nel Canale di Suez.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund oscilla a 162 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,60%.
Tornando a Piazza Affari, risale in vetta ERG (+2%) ancora in scia all’ingresso nel mercato delle rinnovabili negli Stati Uniti attraverso una partnership strategica con Apex Clean Energy per l’acquisizione di un portafoglio da 317 MW di impianti eolici e solari in Iowa e Illinois. In rialzo anche Recordati (+1,1%) e Diasorin (+1%). In coda invece Ferrari (-2,8%), Amplifon (-1,3%) e MPS (-1,2%).