Wall Street mette a segno una seduta a due velocità con una prima parte nella quale gli indici realizzano un progresso di circa mezzo punto percentuale con il quinto record assoluto del Dow Jones in sei sedute ed Il Nasdaq che torna al di sopra dei 15.000 punti dopo quasi due anni.
Nell’ultima ora e mezzo di contrattazioni il mercato inverte improvvisamente la rotta senza particolari motivazioni al di fuori di una presa di profitti in uno scenario di forte ipercomprato con i listini che salgono senza interruzione dal 27 ottobre.
Il bilancio finale vede anche lo S&P500 e il Nasdaq in calo di un punto e mezzo percentuale, mentre il Dow Jones lascia sul terreno l’1,3% ed il Russell 2000 l’1,9%.
Tra i titoli a più larga capitalizzazione le due società di semi conduttori – Nvidia e AMD – cedono il tre per cento, al pari di Tesla. In forte calo FedEx (-12%), in scia alla pubblicazione della trimestrale non in linea con le previsioni. Unica eccezione tra le società tecnologiche è il progresso di Google (+1%).
Esplode la volatilità con il VIX (+9%) che sale di un intero punto a 13,65.
Sul mercato obbligazionario i rendimenti proseguono la fase di discesa con il Tbond che cede quattro punti base fino al 3,88%.
Tra le materie prime, il petrolio tenta un nuovo allungo superando inizialmente i 75 dollari al barile, ma scivola nel finale terminando invariato a quota $74.
Metalli preziosi in timido rimbalzo con l’oro che chiude invariato e l’argento che tenta uno scatto a metà seduta arrivando ad un progresso superiore al punto percentuale che si dimezza nel finale in scia al calo dei mercati azionari.
Sul mercato valutario, il dollaro guadagna lievemente terreno nei confronti della moneta unica fino a 1,095, mentre mette a segno l’ennesimo record storico contro la lira turca a 29,15.