Ieri il Ftse Italia Servizi Pubblici ha riportato un -0,4% rispetto al -0,2% del corrispondente europeo e alla parità del Ftse Mib.
Gli eurolistini hanno chiuso perlopiù poco mossi, simili all’andamento di Wall Street, con il sentiment diviso tra i segnali contrastanti sull’indebolimento dell’inflazione, che se da un lato fanno aumentare le probabilità di tagli ai tassi di interesse, dall’altro lato sottolineano il rischio di una recessione economica. Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund è sceso a 161 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,59%.
Anche a novembre si è confermata la variazione tendenziale positiva dei consumi elettrici rispetto al 2022. Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, lo scorso mese la domanda di elettricità in Italia è stata pari a 25,3 miliardi di kWh, con una crescita dell’1,4% rispetto a novembre 2022.
Tra le Large Cap del comparto ERG (+0,8%) e Snam (+0,3%) sono state le migliori.
Nel periodo compreso tra l’11 e il 15 dicembre 2023 Enel (-0,5%) ha acquistato 283.000 azioni proprie al prezzo medio ponderato per il volume di 6,6122 euro per azione, per un
controvalore complessivo di 1.871.258,900 euro.
Tra le Mid Cap, Alerion Clean Power ha terminato le contrattazioni a +1,6%, Ascopiave a +1,3%, Iren a -0,4%, Acea a -1,2% e Industrie De Nora a -5,6%.
Iren ha comunicato il calendario relativo ai programmati eventi societari per il 2024.
Infine, tra le Small, i best performer sono stati Plc (+3,1%) e Seri Industrial (+2,6%) mentre Eems (-9,5%) è risultata la peggiore.