Chiusura cauta per le principali borse europee nell’ultima seduta del 2023 mentre Wall Street riprende fiato dopo il rally degli ultimi mesi.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni a 30.352 punti (+0,1%), poco distante da Dax di Francoforte (+0,3%), Ibex35 di Madrid (+0,2%), Cac 40 di Parigi (+0,1%) e Ftse 100 di Londra (+0,1%). La performance degli ultimi 12 mesi è stata rispettivamente del +28%, +20,3%, +22,8%, +16,5% e +3,8%.
Oltreoceano, il Nasdaq cede lo 0,7%, lo S&P500 lo 0,5% e il Dow Jones (-0,3%).
Gli investitori si lasciano alle spalle un anno nel quale hanno continuato a tenere banco i dibattiti sulle decisioni delle banche centrali, alla luce anche dei dati macroeconomici, sui rischi di recessione e sulle conseguenze, non solo umane ma anche economiche, delle persistenti tensioni internazionali.
In tale contesto, comunque, i dati incoraggianti sull’inflazione unitamente all’atteggiamento accomodante del presidente della Fed Jerome Powell durante la riunione di dicembre hanno alimentato l’aspettativa che la banca centrale americana inizierà ad allentare la politica monetaria nel 2024 nonché sostenuto i solidi rialzi sia dell’azionario sia dell’obbligazionario in particolare negli ultimi due mesi.
In una agenda macroeconomica scarna, l’indice PMI che misura l’andamento dell’attività manifatturiera nella zona di Chicago si è attestato a dicembre a 46,9 punti, in peggioramento più delle attese (50,0 punti) rispetto al dato di novembre (55,8 punti).
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,106 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 140,9. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,1%) a 77,2 dollari e il Wti (0,0%) a 71,7 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale leggermente a 167 punti (+1bp), con il rendimento del decennale italiano al 3,68%.
Tornando a Piazza Affari, chiude in vetta Recordati (+0,8%), seguita da Unicredit (+0,7%) e Mediolanum (+0,6%) mentre si posizionano in coda Telecom Italia (-1,7%), MPS e Tenaris (-1,4%).