Prima seduta dell’anno in prevalenza in rosso per i principali listini asiatici, orfani del Giappone e della Nuova Zelanda, e dopo la chiusura in flessione venerdì scorso (29 dicembre 2023) a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,4 e lo 0,7%, mentre fa peggio Hong, che lascia sul terreno l’1,8%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha ceduto un decimo di punto percentuale, lo S&P500 tre e il Nasdaq sei.
Il sentiment ha risentito dei dati industriali cinesi più deboli del previsto e di un discorso del presidente Xi Jinping che ha segnalato i venti contrari che l’economia si trova ad affrontare.
L’attività industriale cinese si è ridotta a dicembre al livello più basso degli ultimi sei mesi, mentre a dicembre l’indice Pmi manifatturiero, stilato da Caixin, si è attestato a 50,8 punti, in miglioramento oltre le attese (50,3) e rispetto al dato di novembre (50,7 punti).
Il presidente Xi, nel suo discorso annuale di Capodanno trasmesso in televisione domenica, si è impegnato a rafforzare lo slancio economico e la creazione di posti di lavoro, ammettendo che alcune “imprese hanno avuto momenti difficili” e che “le persone hanno avuto difficoltà a trovare lavoro e a soddisfare i bisogni di base”.
Il sentiment in Asia è stato intaccato anche da indiscrezioni secondo cui ASML Holding NV, che produce apparecchiature per la produzione di semiconduttori, ha annullato le spedizioni di alcune delle sue macchine in Cina su richiesta dell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Nel frattempo l’attenzione dei mercati si sposta sull’Europa e sugli Usa, con gli investitori che monitoreranno i dati manifatturieri di dicembre per determinare se la ripresa economica ha ancora spazio per progredire nonostante i venti contrari globali.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,104 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 141,4. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+1,7%) a 78,4 dollari e il Wti (+1,5%) a 72,7 dollari, dopo che l’Iran ha inviato una nave da guerra nel Mar Rosso in risposta all’affondamento di tre imbarcazioni Houthi da parte della Marina americana durante il fine settimana, aumentando le tensioni nell’area.