Wall Street non brilla nell’ultima giornata di contrattazione con tutti e quattro gli indici principali che terminano in rosso, ma in recupero rispetto ai minimi intraday.
Si tratta di normali prese di beneficio dopo la performance di tutto rispetto dell’anno passato che hanno visto lo S&P500 chiudere con un progresso del 24%.
Nel dettaglio il Dow Jones cede solo un decimo di punto percentuale, lo S&P500 tre ed il Nasdaq sei. Brutta seduta, invece, per il Russell 2000 che lascia sul terreno un punto e mezzo percentuale chiudendo comunque ancora ben al di sopra di quota 2.000 punti.
VIX invariato a quota 12,45 punti.
Sul mercato obbligazionario i rendimenti consolidano la discesa delle sedute precedenti e terminano con una modesta variazione di un aumento di punto base sulla scadenza decennale (Tbond) chiudendo al 3,86%.
Giornata negativa invece per la gran parte delle materie prime.
Il petrolio lascia sul terreno mezzo punto percentuale terminando al di sotto dei 71,5 dollari al barile, in attesa di valutare la nuova escalation bellica nel Mar Rosso con le crescenti tensioni militari tra Iran e Yemen da una parte e Stati Uniti e Gran Bretagna dall’altra.
In calo anche il rame di quasi l’uno per cento.
Per i metalli preziosi è proseguita l’impostazione negativa della settimana ancora penalizzati dal rimbalzo del biglietto verde, con l’oro che fatica a superare la forte resistenza in area 2.090-2.100 dollari l’oncia e cede oltre mezzo punto percentuale e l’argento uno e mezzo. In sensibile calo anche platino (-1,8%) e palladio (-3%).
Sul mercato valutario il dollaro prosegue la fase di lieve rafforzamento risalendo nei confronti della moneta unica fino a 1,104.