Seduta all’insegna delle vendite per i principali listini asiatici, ancora orfani del Giappone, e dopo la chiusura mista ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen segnano rispettivamente un +0,2 e -0,6%, mentre fa peggio Hong Kong a -1%.
Oltreoceano, il Dow Jones termina con un leggero guadagno (+0,1%), mentre lo S&P500 lascia sul terreno lo 0,6% e il Nasdaq l’1,6%.
I titoli tecnologici cinesi sono stati al centro dell’attenzione dopo un rapporto secondo cui Pechino avrebbe rimosso un alto funzionario che supervisionava l’industria nazionale dei giochi. Mossa che suggerisce che il governo sta cercando di reprimere una reazione contro le nuove severe normative.
Il nuovo anno è iniziato con una nota cupa, dopo che le enormi scommesse su una svolta accomodante della Federal Reserve hanno stimolato un rally mondiale nel quarto trimestre.
Gli investitori rimangono concentrati sulle indicazioni provenienti dalle banche centrali con l’intento di delineare con maggiore chiarezza la traiettoria futura di politica monetaria.
Tuttavia, permangono in parte dubbi sul fatto che i politici riusciranno ad attuare l’entità dell’allentamento monetario scontato dai mercati, con le banche centrali riluttanti a rinunciare troppo presto alla lotta contro l’inflazione.
Occhi puntati quindi all’agenda macroeconomica: di rilievo in settimana i dati sull’inflazione dei principali paesi europei, mentre negli Usa oggi verranno diffusi i verbali dell’ultima riunione di politica monetaria della Fed e venerdì il report sul lavoro del mese di dicembre.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,096 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen a 142,3. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (-0,04%) a 75,9 dollari e il Wti (-0,1%) a 70,3 dollari.