Wall Street inanella la seconda giornata consecutiva di calo, la terza per quasi tutti i listini ad eccezione del Dow Jones. Il Nasdaq cede il quattro per cento in tre giornate cancellando quasi un trilione di capitalizzazione.
Anche ieri gli indici americani hanno tentato a più riprese di recuperare, ma hanno terminato molto vicini ai minimi intraday appesantiti dalle crescenti tensioni militari in Medio Oriente successive agli attentati in Libano e Iran che rischiano di allargare il fronte bellico nella zona anche ad altri attori.
Il bilancio di ieri registra Dow Jones e S&P500 allineati con una perdita dello 0,8%, Nasdaq del 1,2% mentre il Russell 2000 sprofonda del 2,7% tornando con decisione al di sotto di quota 2.000 punti.
Tra i titoli principali Tesla cede quasi il quattro per cento.
VIX in rialzo del sei per cento a quota 14,2 punti.
Sul mercato obbligazionario i rendimenti partono al rialzo e superano la barriera del quattro per cento, ma poi si inabissano chiudendo al 3,91% in ribasso di tre punti base sulla scadenza decennale (Tbond), rispetto alla seduta precedente.
Giornata contrastata anche per la gran parte delle materie prime. Il petrolio prosegue inizialmente la sua fase negativa bucando anche quota 70 dollari al barile, ma rimbalza con decisione in scia alle tensioni mediorientali sopra descritte nonché al lancio di un missile yemenita su un mercantile israeliano nel Mar Rosso e chiude in rialzo di quasi il quattro per cento poco al di sotto dei $74.
Per i metalli preziosi è proseguita e si è accentuata l’impostazione negativa della settimana scorsa, ancora penalizzati dal rimbalzo del biglietto verde, con l’oro che perde oltre un punto percentuale e l’argento tre, con una nuova ecatombe della gran parte dei titoli minerari.
Sul mercato valutario il dollaro prosegue la fase di recupero nei confronti della moneta unica fino a 1,093. Scivola anche il rublo russo fino a quota 92.