Seduta prevalentemente in calo per i principali listini asiatici, in scia all’andamento di Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,9 e l’1,3%, Hong Kong flette dello 0,7%. Resiste invece il Giappone con il Nikkei a +0,3% e Topix a +0,6%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha chiuso invariato, lo S&P500 in calo dello 0,3% e il Nasdaq dello 0,6%.
L’attenzione degli investitori è rivolta ai dati cruciali sull’occupazione negli Stati Uniti per valutare i tempi e il ritmo dei tagli dei tassi di interesse della Federal Reserve.
Si prevede che i dati che verranno diffusi oggi pomeriggio sulle buste paga non agricole saranno solidi, mostrando che a dicembre i datori di lavoro statunitensi hanno aggiunto 175.000 posti di lavoro lo scorso mese.
I trader ora vedono una probabilità del 65% circa che la Fed tagli i tassi entro la riunione di marzo, in calo rispetto all’85% circa di una settimana fa.
In giornata, occhi anche ai dati sull’inflazione della zona euro e sui prezzi alla produzione, il che aiuterà a modellare le aspettative per la politica della Banca Centrale Europea.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,093 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 145,1, in scia alla speculazione che la Banca del Giappone troverà più difficile sciogliere la politica dei tassi di interesse negativi a seguito del terremoto avvenuto all’inizio di questa settimana.
Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,4%) a 77,9 dollari al barile e il Wti (+0,6%) a 72,6 dollari: l’oro nero consolida il guadagno settimanale, mentre le tensioni latenti in Medio Oriente e Nord Africa hanno eclissato i segnali di indebolimento della domanda statunitense.