Seduta di vendite per i principali listini asiatici, orfani del Giappone chiuso per festività, in scia all’andamento in frazionale rialzo di venerdì scorso a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1,4 e l’1,9%, fa peggio Hong Kong a -2,1%.
Oltreoceano, S&P500 e Nasdaq hanno terminato in rialzo di quattro decimi di punto percentuale, mentre Dow Jones di un decimo di punto.
L’equity asiatico è stato appesantito in particolare dalle perdite di Hong Kong e Cina, a causa delle preoccupazioni per una regolamentazione più severa sul settore dei giochi e dei timori che gli sforzi del governo cinese per sostenere l’economia siano insufficienti.
Sul fronte macro, in mattinata di attendono i dati sulle vendite al dettaglio dell’Eurozona e sulla fiducia dei consumatori che potrebbero fornire una guida migliore sulla ripresa economica della regione.
Nel frattempo i mercati stanno scontando tagli dei tassi entro marzo e gli operatori stanno ora guardando ai dati sull’inflazione statunitense previsti giovedì, un importante indicatore per le prospettive della Fed. Secondo un sondaggio di Bloomberg, si prevede che i dati sull’inflazione vedranno la misura sottostante scendere ulteriormente al 3,8% su base annua a dicembre dal 4% del mese precedente.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,094 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 144,4. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1%) a 78 dollari al barile e il Wti (-1,1%) a 73 dollari, dopo che l’Arabia Saudita ha tagliato i prezzi di vendita ufficiali per tutte le regioni, sottolineando un peggioramento delle prospettive e superando le preoccupazioni per le tensioni sul Mar Rosso e le interruzioni dell’offerta in Libia.