Le borse europee proseguono in flessione a metà seduta, mentre i future di Wall Street viaggiano in flessione.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,3% a 30.355 punti, cauto come il Cac 40 di Parigi (-0,1%), l’Ibex35 di Madrid (-0,2%) e il Ftse 100 di Londra (-0,4%), mentre resiste in territorio positivo il Dax di Francoforte (+0,1%).
I mercati continuano a prevedere che la Federal Reserve inizierà a tagliare i tassi di interesse entro marzo, in attesa dei dati sull’inflazione statunitense che verranno diffusi giovedì e che dovrebbero fornire nuovi segnali sull’outlook della banca centrale americana. L’indicatore, al netto delle componenti più volatili, è previsto in ulteriore rallentamento al 3,8% su base annua di dicembre dal precedente +4%.
Per quanto riguarda l’Eurozona, a dicembre la lettura finale sulla fiducia dei consumatori si è attestata a -15 punti, a fronte dei -15,1 punti della rilevazione preliminare. Il dato finale di novembre mostrava un valore di -16,9 punti.
A novembre le vendite al dettaglio nell’area euro hanno evidenziato un calo dello 0,3% su base mensile, in linea alle attese, ma in peggioramento dal +0,4% di ottobre (rivisto da +0,1%). Su base annua, le vendite al dettaglio hanno segnato un calo dell’1,1%, meglio del consensus (-1,5%), ma in rallentamento dal -0,8% del mese precedente (rivisto da -1,2%).
In Germania, gli ordini di fabbrica di novembre sono cresciuti molto meno del previsto a novembre (+0,3% m/m vs +1,1% del consensus) dal -3,8% di ottobre (rivisto da -3,7%). Anno su anno il calo è stato del 4,4% a fronte del -3,4% stimato e del -7,3% della precedente lettura.
Sullo sfondo persistono i timori per le tensioni internazionali e le incertezze legate a Hong Kong e la Cina a causa delle preoccupazioni per una regolamentazione più severa sul settore del gaming e per gli insufficienti sforzi di Pechino nel sostenere l’economia.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,094 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 144,4. Tra le materie prime, petrolio in forte calo con il Brent (-2,7%) a 76,6 dollari al barile e il Wti (-3%) a 71,6 dollari, dopo che l’Arabia Saudita ha tagliato i prezzi di vendita ufficiali per tutte le regioni in un contesto di persistente debolezza del mercato.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund è stabile a 170 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,88%.
Tornando a Piazza Affari, bene in particolare Amplifon (+3,1%), dopo l’upgrade da parte di Morgan Stanley che ha alzato il rating sul titolo a ‘overweight’ e il target price a 35 euro. Seguono MPS (+1,6%), Fineco (+1,1%) e Italgas (+0,9%), mentre arretrano Saipem ed Eni (-2,7%), TIM (-1,1%) e Tenaris (-1%).