Le borse europee restano prudenti nel pomeriggio con Wall Street poco distante dalla parità.
A Milano, il Ftse Mib è invariato a 30.402 punti, cauto come il Ftse 100 di Londra (-0,4%), il Dax di Francoforte (-0,1%), il Cac 40 di Parigi (-0,1%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,1%). Oltreoceano, il Nasdaq sale dello 0,2%, lo S&P500 e il Dow Jones dello 0,1%.
Lo sguardo degli investitori resta focalizzato sull’inflazione statunitense e cinese, in uscita nei prossimi giorni, oltre che sulla stagione delle trimestrali americane che partirà venerdì con big del settore finanziario tra cui JPMorgan e Citigroup.
Occhi sugli interventi odierni del membro del comitato esecutivo, Isabel Schnabel, e del presidente della Federal Reserve di New York, John Williams.
Stamane, il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, ha affermato che “gli indicatori deboli segnalano una contrazione dell’economia anche a dicembre, confermando la possibilità di una recessione tecnica nella seconda metà del 2023 e di prospettive deboli nel breve termine”, aggiungendo che “i dati in arrivo indicano che il futuro rimane incerto e le prospettive orientate verso il basso”.
Dall’agenda macroeconomica odierna, a novembre il dato finale sulle scorte all’ingrosso statunitensi ha evidenziato un -0,2%, in linea con il consensus e il dato preliminare.
Nella settimana terminata il 5 gennaio l’indice Mba, che misura le nuove richieste di ipoteche negli Stati Uniti, ha registrato un aumento del 9,9%, dopo il -10,7% della settimana precedente.
A novembre le vendite al dettaglio in Italia sono aumentate dello 0,4% su base mensile, in linea con ottobre. Su base annua, il dato ha segnato una crescita dell’1,5%, in accelerazione rispetto al +0,5% del mese precedente, rivisto da 0,3%.
Nello stesso mese, la produzione industriale francese è cresciuta dello 0,5% su base mensile, rispetto alla variazione nulla delle attese e dopo il -0,3% di ottobre. Su base annua, ha segnato un incremento dello 0,6%, oltre il +0,3% del consensus, ma in rallentamento rispetto al +2% del mese precedente (rivisto da +1,8%).
La produzione manifatturiera è aumentata dello 0,3% su base mensile dopo il +0,2% di ottobre (rivisto da +0,1%). A livello annuo il dato ha visto un calo dello 0,9% dopo il +1,2% del mese precedente (rivisto da +1%).
Sul forex, l’euro/dollaro si attesta a 1,094 e il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 145,5. Tra le materie prime, il petrolio torna a salire con il Brent (+1,3%) a 78,6 dollari al barile e il Wti (+1,8%) a 73,5 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund cala a 163 punti (-2bp), con il rendimento del decennale italiano al 3,83%.
Tornando a Piazza Affari, prosegue in vetta Iveco (+2%), seguita da Finecobank (+1,9%), ancora in scia ai dati sulla raccolta di dicembre, e Azimut (+1,2%). Si mantiene in coda Campari (-6%) dopo il collocamento di azioni ordinarie per circa 650 milioni e obbligazioni convertibili senior unsecured con scadenza al 2029 per 550 milioni. Giù anche Telecom Italia (-1,7%) e Terna (-1,6%).