Seduta mista per i principali listini asiatici dopo la chiusura flat di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,1 e lo 0,6%, così come Hong Kong (0,3%), bene invece il Giappone, con Nikkei a +1,5% e Topix a +0,5%.
Oltreoceano, il bilancio della seduta evidenzia la chiusura in parità del Nasdaq e del Dow Jones e il lieve calo dello S&P500 (-0,1%).
L’attenzione degli investitori si sta concentrando sull’inizio della stagione delle trimestrali statunitensi che prenderà il via oggi con i big del settore finanziario: JPMorgan, Citigroup, Bank of America e Wells Fargo.
Cresce anche l’attesa per i dati sui prezzi alla produzione Usa, in uscita oggi pomeriggio.
Il tutto all’indomani della diffusione dei dati sull’inflazione a stelle e strisce, che hanno mostrato che i prezzi principali sono aumentati più del previsto a dicembre, mentre l’inflazione core è diminuita anche se meno delle stime di consenso.
Intanto, il presidente della Federal Reserve Bank di Cleveland, Loretta Mester, ha respinto la prospettiva di un taglio dei tassi a marzo e ha affermato che i dati sull’inflazione mostrano che i politici hanno ancora molto lavoro da fare.
Tornando in Asia, sul fronte macro, i prezzi al consumo in Cina sono scesi per il terzo mese consecutivo a dicembre, segno di una domanda interna debole: a dicembre i prezzi al consumo (CPI) sono scesi dello 0,3% su base annua, rispetto al -0,4% delle attese e al -0,5% di ottobre.
Nello stesso mese, i prezzi alla produzione (PPI) sono calati su base tendenziale del 2,7%, dopo il -3,0% di novembre e rispetto al -2,6% del consensus.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,096 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 145,2. Tra le materie prime, petrolio in forte rialzo con il Brent (+2,1%) a 79,1 dollari al barile e il Wti (+2,2%) a 73,6 dollari, dopo che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno lanciato attacchi militari congiunti contro i ribelli Houthi nello Yemen in seguito ai loro attacchi alle navi nel Mar Rosso.