Wall Street parte negativa appesantita sia dalle nuove tensioni militari medio orientali, le quali sfociano nella nottata in un attacco allo Yemen da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna, che inizialmente dal dato mensile dell’indice dei prezzi al consumo di dicembre che aumenta un po’ più del previsto.
Dopo una partenza in rosso, gli indici appesantiscono il ribasso nelle ore successive con una perdita che raggiunge e supera anche il mezzo punto percentuale a metà seduta, innescando poi il recupero finale.
Il bilancio della seduta evidenzia la chiusura in parità del Nasdaq e del Dow Jones e il lieve calo dello S&P500 (-0,1%). Più marcato, invece, il segno negativo del Russell 2000 che cede lo 0,8%.
Il VIX chiude ancora in calo (-2,5%) a 12,45 punti, nuovo minimo da quasi tre anni.
Sul mercato obbligazionario la giornata si sviluppa più nervosamente con una lieve impennata iniziale del Tbond fino al 4,03%, rispetto al 4,01% precedente ed una chiusura al 3,98% in calo di tre punti base.
Tra le materie prime, il petrolio rimbalza di quasi due punti percentuali fino a 72,5 dollari al barile.
Persiste invece la fase di debolezza dei metalli preziosi in essere ormai da inizio anno senza alcun rimbalzo, penalizzati ieri sia dal dato macroeconomico più inflattivo del previsto che dal recupero del biglietto verde. Il recupero finale dei listini azionari consente tuttavia un colpo di reni finali evitando discese più pericolose. L’oro riesce a difendersi chiudendo in parità, mentre l’argento dimezza la discesa a meno di un punto percentuale.
Sul mercato valutario il dollaro si rafforza nei confronti della moneta unica risalendo fino a 1,095.