Seduta contrastata per i principali listini asiatici dopo la chiusura poco mossa di venerdì a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen segnano rispettivamente un +0,1% e -0,3%, deboli come Hong Kong (-0,3%). Bene invece il Giappone, con Nikkei a +0,9%, ai massimi degli ultimi 34 anni, e Topix a +1,2%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a -0,3%, il Nasdaq in parità e lo S&P500 a +0,1%.
Resta l’attenzione sulla Banca centrale cinese che ha inaspettatamente lasciato il tasso sui prestiti a un anno al 2,5%, contro le aspettative degli economisti che prevedevano una riduzione di 10 punti base nel cosiddetto strumento di prestito a medio termine.
Occhi anche su Taiwan dopo che il Partito Democratico Progressista ha vinto le elezioni presidenziali e il partito Kuomintang, più favorevole alla Cina, che ha ottenuto troppo pochi seggi per controllare l’assemblea.
Sul fronte monetario e macroeconomico, mentre venerdì si sono rafforzate le aspettative che la Federal Reserve abbasserà i tassi di interesse quest’anno, l’attenzione si concentrerà questa settimana, oltre che sul proseguimento della stagione delle trimestrali, anche su una serie di dati tra cui l’inflazione tedesca e del Regno Unito nonché sugli interventi di alcuni leader compreso il premier cinese L Qiang che parteciperà all’annuale World Economic Forum a Davos, in Svizzera.
Focus anche sul discorso di domani del funzionario della Federal Reserve, Christopher Waller, dopo che la scorsa settimana i policy maker hanno tentato di mitigare qualsiasi aspettativa di un imminente taglio ai tassi.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,096 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 145,5. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,1%) a 78,4 dollari al barile e il Wti (+0,2%) a 72,9 dollari.