Seduta perlopiù in negativo per i principali listini asiatici, senza il faro di Wall Street, chiusa per il Martin Luther King Day.
Shanghai e Shenzhen segnano rispettivamente un +0,3% e 0,0%, giù Hong Kong (-1,9%) dove i piani di finanziamento del settore immobiliare hanno penalizzato il settore bancario. In rosso anche il Giappone, con Nikkei e Topix entrambi a -0,8%.
Sul sentiment pesano le dichiarazioni di alcuni funzionari della Banca Centrale Europea che hanno smorzato le aspettative su rapidi tagli ai tassi di interesse.
Secondo il membro del Consiglio direttivo, Robert Holzmann, l’inflazione persistente e i rischi geopolitici impediranno alla BCE di abbassare i tassi di interesse quest’anno, con una recessione che comunque non può più essere esclusa.
Parole che fanno eco alle affermazioni della presidente dell’Eurotower, Christine Lagarde, del membro del Consiglio direttivo, Constantinos Herodotu, del capo economista, Philip Lane, e del presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, i quali hanno avvertito che è troppo presto per parlare di una riduzione del costo del denaro.
Maggiori indicazioni sono attese in settimana, oltre che dal proseguimento della stagione delle trimestrali, anche da una serie di dati macroeconomici tra cui l’inflazione tedesca e del Regno Unito.
Sguardo anche sul discorso di oggi del governatore della Federal Reserve, Christopher Waller, dopo che la scorsa settimana i policy maker hanno tentato di mitigare qualsiasi aspettativa di un imminente taglio ai tassi.
Tornando in Asia, ieri la Banca Popolare Cinese ha mantenuto invariato al 2,5% il tasso di prestito a medio termine a un anno, deludendo i mercati che speravano in un ulteriore allentamento della politica monetaria.
Nel frattempo, il capo del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, ha dichiarato al World Economic Forum che la Cina ha bisogno di riforme strutturali per evitare “un calo abbastanza significativo del tasso di crescita”. Gli investitori attendono ora i dati sul Pil cinese che verranno pubblicati domani per ulteriori indicazioni.
Sul fronte macro, a dicembre l’indice dei prezzi alla produzione in Giappone ha riportato una variazione nulla su base annua, a fronte del -0,3% del consensus e del +0,3% del mese precedente. Su base mensile, l’indice ha registrato un incremento dello 0,3%, in linea con il dato di novembre (rivisto da +0,2%) e rispetto alla variazione nulla delle attese.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,092 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 146,1. Tra le materie prime, petrolio in flessione con il Brent (-0,2%) a 78 dollari al barile e il Wti (-0,5%) a 72,4 dollari.