Le borse europee chiudono perlopiù sotto la parità, simili all’andamento di Wall Street dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib archivia gli scambi con un +0,03% a 30.338 punti, mentre chiudono in territorio negativo l’Ibex 35 di Madrid (-0,8%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Dax di Francoforte (-0,3%), il Cac 40 di Parigi (-0,2%).
Oltreoceano, il Dow Jones cede lo 0,5%, lo S&P 500 lo 0,2%, il Nasdaq lo 0,1%.
Gli investitori rimangono intenti a monitorare le indicazioni provenienti dalle banche centrali.
Christopher Waller, governatore della Federal Reserve, ha affermato che in assenza di un rialzo dell’inflazione possono arrivare i tanto attesi tagli ai tassi da parte della Fed. Tuttavia, ha enfatizzato la necessità che la banca centrale adotti un approccio metodico e attento nell’allentare la politica monetaria, contrariamente alle aspettative del mercato che prevedono fino a sei tagli di tasso nell’anno. I suoi commenti riflettono una posizione cauta sulla gestione della politica monetaria, suggerendo un approccio ponderato al fine di evitare movimenti eccessivamente rapidi.
Focus nel contempo sugli spunti che stanno emergendo dal proseguimento della stagione delle trimestrali che ha visto oggi i conti di big del settore finanziario come Goldman Sachs e Morgan Stanley.
Dall’agenda macroeconomica, l’indice sulla fiducia manifatturiera dello stato di New York di gennaio si è attestato a -43,7 punti dopo i -14,5 punti di dicembre. Le stime indicavano un valore di -5 punti.
Nel Vecchio Continente, nello stesso mese l’indice Zew relativo alle aspettative di crescita economica dell’Eurozona è sceso a 22,7 punti rispetto ai 23 punti di dicembre.
L’omologo indicatore sulla fiducia degli investitori istituzionali tedeschi è migliorato a 15,2 punti (consensus 11,7 punti) dai 12,8 punti registrati a dicembre.
Sempre in Germania, a dicembre, l’indice dei prezzi al consumo finale ha registrato un +0,1% su base mensile, in linea al preliminare e alle attese. Su base annua, l’indice ha riportato un progresso del 3,7%, anche in questo caso al pari del preliminare e del consensus. Il tasso di inflazione armonizzato agli standard Ue si è attestato a +0,2% su base mensile e a +3,8% su base annua, confermando in entrambi i casi la prima lettura e le stime.
In Italia, l’indice armonizzato UE dei prezzi al consumo finale ha registrato a dicembre un rialzo dello 0,5% su base annua, confermando il dato preliminare e le attese. La lettura finale di novembre indicava un incremento dello 0,6%.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,088, mentre il cambio dollaro/yen sale a 147,1. Tra le materie prime, in leggero rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+0,6%) a 78,6 dollari e il Wti (+0,1%) a 72,8 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale a 161 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,82%.
Tornando a Piazza Affari, guidano Mediobanca (+2,4%), Ferrari (+1,8%), Saipem (+1,7%), Generali Assicurazioni (+1,3%). Chiudono in coda invece Amplifon (-3,1%), Interpump Group (-1,9%), Moncler (-1,7%), Inwit (-1,3%).