Seduta perlopiù in rialzo per i principali listini asiatici dopo la chiusura debole di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,4 e lo 0,2%, fa meglio Hong Kong a +0,7%. Cauto il Giappone, con Nikkei flat e Topix a -0,2%.
Oltreoceano, il Nasdaq e lo S&P500 hanno terminato a -0,6%, un po’ meglio invece il Dow Jones (-0,3%).
Gli investitori restano preoccupati per l’economia cinese mentre le autorità lottano per invertire una crisi immobiliare sempre più profonda e le ostinate pressioni deflazionistiche. Inoltre, le autorità avrebbero segnalato che eviteranno enormi stimoli per rilanciare la crescita.
Il tutto dopo che i forti dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno gettato nuovi dubbi negli operatori sulla probabilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a marzo.
La straordinaria spesa al consumo ha contribuito a rilanciare l’economia nelle ultime settimane, ha affermato la Fed nel suo sondaggio sul Beige Book.
Di riflesso, le probabilità di un taglio da parte della Fed sono scese al di sotto del 60% per la prima volta dalla metà di dicembre. Erano all’80% venerdì scorso.
Resta alta l’attenzione sulle tensioni geopolitiche, con l’esercito pakistano ha effettuato attacchi mirati contro i nascondigli dei militanti in Iran dopo che Teheran aveva lanciato attacchi simili il giorno prima.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,089 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 147,9. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,6%) a 78,4 dollari al barile e il Wti (+0,9%) a 73,2 dollari.