Avvio poco mosso per le principali borse europee con il sentiment appesantito dalle incertezze sui tagli ai tassi di interesse.
A Milano, il Ftse Mib è invariato a 30.088 punti, cauto come il Cac 40 di Parigi (+0,2%), il Dax di Francoforte (0,0%), il Ftse 100 di Londra (0,0%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,3%).
Si smorza l’ottimismo per una riduzione del costo del denaro in tempi brevi dopo le dichiarazioni di alcuni funzionari della Fed di questa settimana che hanno respinto le aspettative dei mercati su tagli imminenti e in scia ai dati sulle vendite al dettaglio Usa più forti del previsto.
A ciò si aggiunge quanto emerso ieri sera dalla banca centrale americana che, nel suo sondaggio del Beige Book, ha affermato che la straordinaria spesa al consumo ha contribuito a rilanciare l’economia nelle ultime settimane.
Gli investitori scontano al momento una probabilità di un taglio dei tassi per marzo scesa al di sotto del 60%, per la prima volta dalla metà di dicembre, a fronte di un 80% stimato venerdì scorso.
Sul sentiment pesano allo stesso tempo le incertezze sull’economia cinese mentre le autorità di Pechino faticano a invertire una crisi immobiliare sempre più profonda e le persistenti pressioni deflazionistiche, avvertendo inoltre che eviteranno enormi stimoli per rilanciare la crescita.
Resta sotto i riflettori anche il Forum di Davos che terminerà domani 19 gennaio e dove, a margine del meeting, la presidente della Bce Christine Lagarde ha affermato che l’Eurotower è sul percorso giusto, aggiungendo che è necessario essere convinti che l’inflazione sia stabilmente proiettata verso il 2% e che ciò deve essere supportato dai dati.
Sullo sfondo continuano a pesare le tensioni geopolitiche e i rischi di un contagio bellico dopo che l’aeronautica militare del Pakistan ha lanciato diversi attacchi aerei a Saravan, nella provincia del Sistan e del Baluchistan localizzata nell’estremo sud-est dell’Iran, causando diverse vittime.
Dall’agenda macroeconomica, a novembre il dato finale sulla produzione industriale giapponese ha registrato un calo dello 0,9 su base mensile e dell’1,4% su base annua, confermando i dati preliminari. A ottobre il dato aveva evidenziato un aumento dell’1,3% su base mensile e dell’1,1% su base annua.
Nel pomeriggio, occhi negli Usa su fiducia commerciale Fed Philadelphia di gennaio e richieste settimanali sussidi disoccupazione.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,088 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 147,7. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,6%) a 78,3 dollari al barile e il Wti (+0,9%) a 73,1 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 158 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,88%.
Tornando a Piazza Affari, denaro in avvio su Moncler (+2,9%) con gli altri titoli del lusso europee in scia ai conti oltre le attese di Richemont, seguita da Stm (+2%) e Cucinelli (+1,4%). In coda invece Leonardo (-2%), Amplifon (-1,6%) e Campari (-1,4%).