Mercati asiatici – Seduta contrastata, giù Cina e Hong Kong, bene il Giappone

Seduta contrastata per i principali listini asiatici – con la piazza indiana chiusa per festività – dopo la chiusura tonica di venerdì a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente il  2,7 e il 4,4%, male come Hong Kong (-2,7%). Bene invece il Giappone con Nikkei +1,6 e Topix a +1,4%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha registrato un rialzo del 1,7%, lo S&P500 del 1,2% e il Dow Jones del 1,1%.

Le perdite sui titoli cinesi sono state alimentate dal pessimismo sulla vacillante ripresa del paese.

Gli istituti di credito commerciali cinesi hanno mantenuto invariati i tassi di riferimento sui prestiti, in linea con la decisione della banca centrale della scorsa settimana di astenersi dal tagliare i costi di finanziamento.

In settimana gli investitori punteranno gli occhi sulla Banca del Giappone, che lunedì ha avviato una riunione politica di due giorni. Si prevede che la banca centrale lascerà invariate le sue impostazioni martedì, quando annuncerà i risultati della sua riunione.

Al centro dell’attenzione anche la prima stima di giovedì del PIL degli Stati Uniti nel quarto trimestre 2023, che potrebbe dare ulteriori indizi sulle prossime mosse della Fed.

In calendario anche le riunioni delle banche centrali di Canada ed Europa, insieme ai dati sulla produzione economica della Corea del Sud e alle prime letture europee dei sondaggi dei responsabili degli acquisti del 2024.

Sul fronte delle elezioni Usa 2024, Ron DeSantis ha abbandonato la corsa alle presidenziali americane per appoggiare il candidato repubblicano Donald Trump in vista delle primarie del New Hampshire di martedì.

Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,09 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 148. Tra le materie prime, petrolio poco in calo con il Brent (-0,2%) a 78,4 dollari al barile e il Wti (-0,2%) a 73,1 dollari. La Libia, membro dell’OPEC, ha riavviato la produzione nel suo giacimento più grande, rafforzando le forniture globali e mettendo in ombra per ora le preoccupazioni sulle tensioni nel Mar Rosso che sembrano destinate a continuare a interrompere il trasporto marittimo.