Seduta perlopiù positiva per i principali listini asiatici dopo la chiusura in frazionale rialzo di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,6 e lo 0,9%, ancora meglio Hong Kong che guida a +2,9%. Poco mosso invece il Giappone con Nikkei e Topix a -0,1%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a +0,4%, il Nasdaq a +0,3% e lo S&P500 a +0,2%.
La Banca del Giappone ha confermato la sua politica ultra-accomodante, mantenendo i tassi di interesse negativi al -0,1%, nonché deciso di proseguire con il controllo della curva dei rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni. Inoltre l’istituto ha ridotto la stima sull’inflazione 2024 al 2,4% rispetto al 2,8% stimato a ottobre, senza invece fornire indicazioni chiare sui tempi per una potenziale fine del forte allentamento monetario.
Il sentiment beneficia intanto di rumour secondo cui le autorità cinesi intenderebbero istituire un fondo di stabilizzazione dei mercati per l’acquisto di azioni onshore, attraverso la mobilitazione di circa 2mila miliardi di yuan (278 miliardi di dollari) derivanti principalmente dai conti offshore delle imprese statali.
L’attenzione resta nel contempo focalizzata sui segnali lato corporate e macroeconomico, con gli operatori intenti a monitorare i conti societari nonché i meeting delle banche centrali di Canada ed Europa, la serie di dati PMI e la prima lettura del PIL degli Stati Uniti del quarto trimestre in calendario questa settimana.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,091 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scivola a 147,2. Tra le materie prime, petrolio in leggero rialzo con il Brent (+0,2%) a 80,2 dollari al barile e il Wti (+0,2%) a 74,9 dollari.