Le Borse europee scivolano tutte in negativo a metà seduta mentre i futures di Wall Street oscillano sulla parità.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,5% a 30.042 punti, debole come l’Ibex35 di Madrid (-0,8%), il Cac 40 di Parigi (-0,2%), il Dax di Francoforte (-0,2%) e il Ftse 100 di Londra (-0,2%).
Gli investitori restano intenti a valutare i risultati societari al fine di ottenere nuove indicazioni sullo stato dell’economia globale e sull’impatto delle pressioni sulla catena di approvvigionamento, con l’attenzione rivolta questa settimana ai conti di big come Netflix, Tesla e Intel.
Cresce allo stesso tempo l’attesa per gli importanti appuntamenti dei prossimi giorni, a partire dai meeting delle banche centrali di Canada ed Europa, alla serie di dati PMI e alla prima lettura del PIL degli Stati Uniti del quarto trimestre.
La Banca del Giappone ha intanto confermato la sua politica ultra-accomodante, mantenendo i tassi di interesse negativi al -0,1%, e ridotto la stima sull’inflazione 2024 al 2,4% rispetto al 2,8% stimato a ottobre, senza invece fornire indicazioni sulle tempistiche per la fine del forte allentamento monetario.
Sempre in Asia, le autorità cinesi intenderebbero istituire un fondo di stabilizzazione dei mercati per l’acquisto di azioni onshore, attraverso la mobilitazione di circa 2mila miliardi di yuan (278 miliardi di dollari) derivanti principalmente dai conti offshore delle imprese statali.
Dall’agenda macroeconomica odierna, focus nel pomeriggio sulla fiducia dei consumatori preliminare dell’Eurozona e sull’indice manifatturiero della Fed di Richmond, entrambi di gennaio.
Sul forex, l’euro/dollaro si ristabilizza a 1,088 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale, rispetto alla mattinata, a 147,9. Tra le materie prime, il petrolio torna a scendere con il Brent (-0,7%) a 79,5 dollari al barile e il Wti (-0,7%) a 74,2 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si mantiene a 156 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,86%.
Tornando a Piazza Affari, sale in vetta MPS (+1,9%), seguita da Campari (+1,1%) e Saipem (+0,9%) mentre scivola in coda Leonardo (-1,8%), con vendite anche su A2A (-1,7%) e Stellantis (-1,5%).